Intervista degli alunni del laboratorio del progetto “A Scuola di Giornalismo”//
Istituto “Martin Luther King” di Caltanissetta guidato dalla preside prof.ssa Rosa Cartella//
Referente del progetto “A Scuola di Giornalismo” il docente Salvatore Siina//
Caltanissetta, venerdì 18 marzo 2022//
Ospite del nostro incontro, in modalità telematica, è l’artista ucraina Indira Yakovenko, un’artista a 360 gradi: autrice, illustratrice, antropologa, giornalista, traduttrice. Il suo primo libro pubblicato si intitola “Il Riccio Viola che sognava il mare”, un volume che abbiamo letto in classe col maestro Salvatore Siina. Si tratta di una storia avvincente, piena di illustrazioni: veri quadri con colori vivaci, densi e pieni di fantasia. Il Riccio Viola viene presentato come una figura antropomorfa che ha voglia di scoprire il mondo e si avventura in un viaggio per arrivare a raggiungere il suo sogno. Una storia di incontri, amicizie, pericoli scampati e di ambienti rappresentati con maestria.
La nostra amica si mostra disponibile. E’ una donna ricca di umanità, con lei ci sentiamo a nostro agio, abbiamo parlato di tutto, anche della delicata situazione della guerra Russia Ucraina. Si presenta con Anna, sua figlia, una bambina di nove anni, nostra coetanea. La piccola Anna all’inizio si mostra con timidezza, durante l’incontro prende confidenza ed entra in sintonia con noi e si propone di porre delle domande. Anche Anna fa parte della storia del Riccio Viola e cari lettori lo scoprirete leggendo questo articolo. Ecco, di seguito, le domande poste da noi alunni della redazione:
- Chi è Indira Yakovenko? (Francesco Chiarenza)
Prima di tutto, sono una persona e una mamma che ammira la vita ed è grata per i suoi doni. Insieme a mia figlia amo sognare, viaggiare e condividere con gli altri quello che so fare. E poi sono giornalista, antropologa, traduttrice, autrice e illustratrice di libri per bambini. Ho creato il mio primo libro illustrato quando avevo 9 anni, ma solo dopo tanti anni, da adulta, ho potuto realizzare questo sogno da bambina: scrivere, illustrare e pubblicare i miei libri.
- Quando sei andata via da Kyiv? (Marta Gangitano)
Sono andata via da Kyiv 20 anni fa per proseguire i miei studi in antropologia e poi per fare un dottorato di ricerca all’Università di Nizza in Francia. L’antropologo studia l’essere umano e la società nelle loro caratteristiche storiche, culturali, linguistiche, sociali, economiche, geografiche ed etnologiche.
- Dalle tue esperienze professionali avute a Kyiv, Nizza e Roma cosa hai imparato? (Elena Pilato)
Oltre alle lingue straniere ed alle varie competenze professionali, ho imparato la diversità del nostro mondo con tante culture e tanti punti di vista. Era sempre molto interessante per me lavorare sui progetti nelle squadre internazionali perché si impara sempre dall’altro. E poi imparare qualcosa di nuovo, sconosciuto significa sempre una sfida. Nonostante le difficolta, non ho mai mollato e sono andata avanti. Con assiduità, passione e massimo impegno in quello che fai arrivi sempre a un buon risultato e riesci a realizzare i tuoi sogni.
- Giornalista, antropologa, traduttrice, scrittrice e illustratrice: quale mestiere senti più tuo? (Ginevra Cancemi)
In verità, amo tutto quello che faccio, dipende dai progetti che creo e dal lavoro che mi propongono. Mi sono laureata in giornalismo all’Università di Kyiv e per un periodo ho lavorato per le riviste di economia e imprenditorialità. Questo mestiere mi ha dato le base per scrivere non solo gli articoli, ma anche i miei libri. Poi, mi sono laureata in antropologia all’Università di Nizza dove ho ricevuto i bellissimi strumenti scientifici per fare la ricerca e poter osservare la società in cui viviamo. In quel periodo viaggiavo tanto con i miei professori e compagni dell’Università per presentare i nostri lavori scientifici ai vari colloqui internazionali. Così, ho potuto scoprire varie città in Francia, ma anche andare in Romania, Germania, Portogallo, Olanda, India. A Roma, per esempio, ho lavorato come traduttrice dei programmi di meditazione online. Facevo le traduzioni dall’inglese o dall’italiano verso il russo e il francese. Ho imparato molto da questo lavoro. Il mio mestiere più “recente” è quello dell’illustratrice. È mia figlia che mi ha ispirato a cominciare a creare, come nella mia infanzia. Ancora oggi continuo ad imparare. Ogni illustrazione richiede tanto lavoro e mi permette anche di vivere momenti magici. Spero di poter trasmettere questa magia e la volontà di creare e di sognare anche ai piccoli lettori.
- Perché per i tuoi dipinti preferisci la pittura con i colori acrilici? (Andrea Ventura)
Il mio primo libro “Il Riccio Viola che sognava il mare” è fatto con acrilici perché ho sperimentato per la prima volta questa tecnica mentre cercavo il personaggio principale e gli ambienti. La prima illustrazione con acrilici è “nata” così nella Scuola di Illustrazione Internazionale a Sarmede. Utilizzo anche altre tecniche per i miei quadri o illustrazioni come acquerello, guazzo, pastelli ad olio, olio, china, collage. Tra altro, il mio secondo libro, che tra poco uscirà sempre, con AG Book Publishing, è stato realizzato con l’acquarello e la tecnica mista.
- Quali soggetti preferisci dipingere? Hai ottenuto dei riconoscimenti? (Francesca Giacalone)
Adoro dipingere i paesaggi dal vero. Mi piace anche creare i personaggi di fantasia. “Il Riccio Viola che sognava il mare” è stato selezionato per il Premio Internazionale di Letteratura Città di Como 2021. Sono stata la finalista della mostra internazionale
Artkeys 2019 ad Agropoli (Campania) e sono stata selezionata per la short-list del concorso internazionale di illustrazione
Turma da Sardinha di Lisbona 2020.
- Nei tuoi dipinti a quale pittore o pittrice ti ispiri? Hai realizzato mostre di pittura? (Vittoria Iacona)
Mi piacciono vari pittori come Claude Monet, William Turner, Marc Chagall, Aleksandr Deineka, Bato Dugarzhapov, etc. Tanti vedono il mio stile come quello impressionista che significa riprodurre la realtà secondo una immediata e forte impressione. Ammiro l’infinita varietà delle sfumature che compongono i colori. Ho partecipato a mostre collettive.
- Per fare la traduttrice quali lingue hai studiato? (Emma Capizzi)
A scuola ho studiato le mie madrelingue: russo e ucraino e dall’università in poi inglese, francese, italiano.
- Nel tuo mestiere di traduttrice hai lavorato con personaggi famosi? Se si, quali? (Nicole Matraxia)
Sì, ho avuto l’onore di fare l’interprete per i filmmaker russi ad una reception con il principe di Monaco Alberto II, nel suo Palazzo.
- Il tuo primo libro di racconti è “Il Riccio Viola che sognava il mare”: perché hai scelto un riccio di colore viola come protagonista? (Marta Gangitano)
Quando sono stata a Sarmede dove è “nato” il personaggio del Riccio grazie alla suggestione di mia figlia, l’ho disegnato prima con la matita in nero e bianco. Dopo ho dipinto il mare. Allora ho cominciato a fare le prove di colori per vedere con quale colore il Riccio riusciva meglio. E così il mio personaggio è diventato viola!
- Quali messaggi ci vuole dare questo racconto? Il Riccio Viola racconta di un viaggio, quanto è importante “Il viaggio” nella vita? (Giovanni Amico)
Il messaggio più importante è proprio nel titolo: sognare e realizzare i propri sogni. Il Riccio ha avuto il coraggio di uscire dal suo mondo abituale per affrontare quello sconosciuto, anche i pericoli per arrivare al suo sogno: vedere il mare. Tutto il suo percorso è stato anche possibile grazie ai nuovi amici che ha incontrato sulla strada. L’aiuto reciproco, il coraggio, l’accettazione dell’altro, la gentilezza sono i valori molto importanti anche nella vita reale.
- Per scrivere la storia, anche se fantastica, ti sei ispirata a fatti reali? E poi … perché quando il Riccio Viola raggiunge il mare e si punge la zampa entra in crisi e decide di tornare nella sua casa nel bosco? (Giorgia Passaro)
Per scrivere questa storia mi sono ispirata al mare di Grottammare, nelle Marche, e alla sua bellissima festa delle candele che ogni anno flottano accese sul mare, era una notte di fine luglio. Quella notte da favola mi ha ispirato a scrivere la storia. E il personaggio del Riccio mi è stato suggerito da mia figlia, perché prima pensavo a scrivere la storia di una formica, ma a lei non è piaciuta. Mia figlia è il mio redattore, critico e lettore il più “severo”. Il Riccio ha pianto nel libro perché era così felice che non aspettava proprio che in quel momento potesse succedere qualcosa di sgradevole. E il giorno dopo voleva tornare a casa, perché ha già realizzato il suo sogno e dunque, è arrivato il tempo per tornare nel suo bosco amato dove, possiamo immaginare, vivano tutti i suoi cari.
- Hai una figlia nostra coetanea, come ha reagito alla notizia della guerra Russia-Ucraina? (Ginevra Cancemi)
Mia figlia ha pianto vedendo tanta sofferenza umana, tante case distrutte. Ha preso tutti i suoi soldi, che aveva raccolto, per comprare un peluche che vorrebbe regalare a un bambino ucraino profugo.
- Lei e sua figlia avete riflettuto insieme sull’argomento? (Francesco Chiarenza)
Certo, ne parliamo, ma soprattutto abbiamo dato un piccolo contributo comprando i farmaci che dopo saranno distribuiti tra i più bisognosi in Ucraina. E l’hanno fatto tanti genitori della sua scuola. Abbiamo visto una incredibile solidarietà questi giorni e siamo molto grati al popolo italiano. Mi sono proposta gratuitamente come traduttrice alle varie associazioni umanitarie di Roma. Spero di poter dare una mano.
- Secondo te, per quali motivi è scoppiata questa guerra? (Andrea Ventura)
Questa domanda è molto complessa. Secondo me, non ci sono scuse nè motivi per la morte e la sofferenza di umani, di animali, di tutta la terra ferita.
- In Ucraina sono rimaste persone della sua famiglia? Qual è il tuo attuale stato d’animo? (Valeria Mosca)
Si, ho qualche parente lontano e qualche amica che stanno a Kyiv e nelle altre città ucraine. Mando loro messaggi ogni mattina per sapere se va tutto bene, se sono ancora vivi… Ho il cuore spezzato, il dolore che risento proprio fisicamente venendo a conoscenza di tutte queste notizie. Mi rivolgo a Dio, a tutte le forze cosmiche e umane affinché finisca questa guerra orribile e che ritornino di nuovo la PACE, la VITA, l’AMORE ed i SORRISI dei bambini nel mio caro paese libero ed indipendente.
A fine intervista abbiamo commentato alcune immagini del libro di Indira, ascoltato un’Ave Maria pagana dedicata all’Ucraina e posto le ultime domande estemporanee. Si è trattato di un incontro interessante e formativo per la nostra esperienza di noi piccoli giornalisti ai primi passi del nostro percorso di crescita.
Totale Visite:
1.819