“Il liceo classico fornisce senza dubbio una preparazione adeguata per affrontare una facoltà scientifica come Medicina”.
Così la gentilissima dott.ssa Alessandra Ancona, rinomato medico anestesista presso l’ospedale di Monopoli, nonché ex studentessa del Liceo classico “Domenico Morea” di Conversano, ha esordito, sfatando sin da subito uno degli stereotipi culturali più diffusi tra noi studenti. Il più delle volte, difatti, si tende a pensare che il liceo scientifico fornisca una migliore preparazione rispetto a quella del classico, qualora si voglia proseguire il cammino di formazione all’interno di facoltà scientifiche, in primis Medicina.
“Come hai detto tu, si tratta di un’ipotesi stereotipata. Medicina, che tra le facoltà scientifiche, forse è la più umanistica proprio per il suo approccio totalizzante all’essere umano, richiede quella forma di studio e di considerazione del paziente che le scienze umane riescono a dare in modo particolarmente mirato”.
Eppure neanche la dott.ssa Ancona, come molti liceali dell’odierna generazione, aveva iniziato il suo percorso di studi con l’intenzione di iscriversi proprio a quella Facoltà. Come molti classicisti, l’obiettivo che si era prefissa era quello di coltivare il suo interesse per la letteratura, al fine di cimentarsi in un’università umanistica, dove si sarebbe iscritta alla Facoltà di Lettere classiche o moderne. Solo all’ultimo anno di Liceo il suo piano di vita cambiò.
“Non ero assolutamente preoccupata del fatto che io avessi frequentato il Liceo classico, poiché ero certa che, grazie ad una preparazione a 360°, avrei potuto iscrivermi a qualsiasi Facoltà”: questo ciò che afferma con fermezza.
Nonostante le sue intenzioni, guidate da un impellente desiderio di confrontarsi con una tipologia di studi complessa, si fossero rivelate tali solo al termine del suo programma umanistico di studi liceali, questo non si è rivelato per lei un ostacolo.
“È stata una sfida (ed io amo le sfide) in un campo che mi attirava tanto”, incalza la dott.ssa Ancona. “Amavo soprattutto il fine, cioè a cosa mi avrebbe condotto questa facoltà: mi avrebbe portata a scoprire, conoscere e curare l’uomo”.
Ad opprimere e preoccupare sempre di più gli attuali studenti, è anche e soprattutto il famigerato test d’ingresso. Da qualche decennio a questa parte, difatti, per accedere alla Facoltà di Medicina, è necessario superare una prova di notevole difficoltà.
“Ritiene che gli studenti del liceo classico, seguendo il loro percorso di studi, possano essere in grado di superarlo?”.
Seppur gli attuali test d’ingresso siano diversi da quelli a cui la dottoressa fu sottoposta, dato che si basavano sulla conoscenza di nozioni di base di chimica, fisica, matematica e anatomia, mentre ora puntano molto sulla logica, la dott.ssa ribadisce vigorosamente la sua idea che la formazione del liceo classico è adatta quanto quella dello scientifico al superamento di questi test, poiché i classicisti, in ogni traduzione e analisi dei testi, non si fermano mai al primo significato presentato dal vocabolario, ma vanno alla ricerca di quello che si adatta meglio al contesto del brano in analisi.
“Sicuramente il consiglio che mi sento di dare a tutti gli studenti, classicisti e non, che vorrebbero dedicare la loro vita alla medicina, è quello di non arrendersi mai, di non ascoltare gli altri, ma di rimanere concentrati sul loro splendido e fantastico sogno” .
E’ questo il messaggio lanciato dalla dott.ssa a tutti gli studenti, affinché anche loro possano conservare un ricordo vivo e significativo dell’istituzione superiore che li ha formati, esattamente come ha fatto lei.
LAVINIA MATARRESE,
GAIA PIETANZA, II A LC