//Intervista a Napoleone Bonaparte

Intervista a Napoleone Bonaparte

di | 2024-12-17T14:26:13+01:00 17-12-2024 14:20|Alboscuole|0 Commenti
di Aurora Del Biondo classe III A Scuola Secondaria di I grado “Umberto I” di Lanciano 1. Imperatore, oggi, vorremmo scoprire qualcosa in più su di Lei. Tutti la conoscono come condottiero e militare, ma pochi sanno che è anche uno scienziato, giusto? Sì, effettivamente la mia passione giovanile è stata la matematica, tanto che la mia carriera militare si apre come artigliere. Lì, in artiglieria potevo esprimere al meglio me stesso: i cannoni della fine del ‘700 erano diventati più precisi e potenti e necessitavano di competenze tecniche come il calcolo della traiettoria, della resistenza dell’aria, della Rotazione della Terra, i rimbalzi… 2. È riuscito in qualche modo a portare questa sua passione nella sua vita adulta e politica? Certo, anche lo studio delle materie scientifiche è stato un modo per scardinare l’Ancient Regime. Prima di me venivano considerate materie di pregio quasi esclusivamente le materie umanistiche, ma io ho insistito con l’aiuto di valenti scienziati e matematici come Lagrange per dare un nuovo volto alla cultura europea, un volto scientifico: ho riformato così l’educazione scientifica in Francia e nei territori occupati ho fondato i politecnici e le scuole normali come quella di Pisa. E poi… mi sono tolto qualche soddisfazione personale. Sa che c’è un teorema matematico a mio nome? Costruendo dei triangoli equilateri sui lati di un triangolo qualunque i loro baricentri formano un triangolo equilatero… ebbene sì.. 3. Tutto questo impegno politico e culturale per rendere la Francia il centro dell’Europa? Si ricordi che ciò che funziona in Francia funziona in tutto il mondo: in fondo le mie conquiste hanno esportato i frutti della Rivoluzione francese e dell’Illuminismo ovunque … tranne nei paesi anglosassoni, così restii a riconoscere il primato francese, pensi all’Egitto. 4. Beh, l’Egitto è una vicenda ambivalente…lei come la definisce? Obiettivamente un disastro militare, ma come dite voi oggi? Un grande successo di marketing: fu l’inizio dell’egittologia, dello studio della flora e la fauna dei paesi esotici, della stampa dei caratteri arabi, ma soprattutto la decifrazione del geroglifico grazie alla Stele di Rosetta… e gli Inglesi? Semplici ricettatori, capaci solo di portarla a Londra al British Museum. C’è una bella differenza, no? 5. La sua personalità affascina molto i lettori contemporanei, forse perché vedono in lei un self-made man? Sa, io sono un figlio della Rivoluzione: sono sempre stato convinto che tutti in Francia, dopo la rivoluzione, avessero la possibilità di farcela secondo le proprie capacità, a prescindere dalla nobiltà della loro nascita. E chi più di me poteva essere il simbolo di questa modernità? Malinconico e arrogante, egocentrico e un po’ complessato, sognatore e realista, ma soprattutto "straniero" (sono nato nel 1769 in Corsica) in casa degli oppressori della propria terra, io sono sbarcato in Francia a 9 anni senza parlare una parola di francese per poi diventarne Imperatore. 6. Ma lo sa che oggi si parla di “Complesso di Napoleone”? Non me ne parli, è un qualcosa di così irrispettoso: uomini bassi dalle personalità dominanti. La verità è che questa dicitura nasce da una campagna di diffamazione inglese. Non ero altissimo, ma sicuramente nella media dell’epoca. Ma gli Inglesi, sempre loro, amavano deridermi per questo… in fondo cosa altro potevano fare? Hanno invano cercato di ridimensionare la mia grandezza. Le parodie più famose sono state create da James Gillray, un caricaturista britannico che ha contribuito alla nascita del moderno fumetto politico. Gillray non mi vide mai di persona, ma mi prese in giro rappresentandomi come un uomo in miniatura che considerava il mondo un suo giocattolo e raffigurandomi come un bambino con indosso abiti troppo grandi. In una vergognosa vignetta del 1803, ad esempio, il re britannico Giorgio III mi tiene letteralmente per mano guardandomi attraverso un cannocchiale. Che impudenza! La prego parliamo d’altro… 7. Non vorrei insistere sullo psicologico ma… mi parlerebbe del rapporto con sua madre? Madame Mère, mia madre. Letizia Ramolino Bonaparte fu la prima donna a godere della mia stima e del mio affetto. Forte, autoritaria e sfrontata l’ho cercata in tutte le donne della mia vita. Devo tutto a mia madre; avrebbe potuto governare dei reami. Mia madre è degna di ogni genere di venerazione… era una testa d’uomo su un corpo di donna. Dove trovarne una uguale? Mi ha sempre detto la verità: si espresse apertamente e in modo aspro su Josephine, mia moglie, che definì una maliarda. e non sbagliò per quanto mi tradì…credo che mia madre sia stata l’unica donna che mi abbia mai amato davvero disinteressatamente. 8. Da chi si è sentito sconfitto nella sua vita? Non ho mai avuto timore di nessuno nella mia vita. Ma sì, qualcuno mi sconfitto, ma non è stato un uomo. Un uomo che mi sconfigga in realtà non è mai nato. Gli uomini hanno avuto bisogno di ricorrere a qualcosa di più grande: il Generale Inverno. Il fallimento militare della campagna di Russia segnò il mio declino, perché nonostante io abbia passato tutta la vita a superare strategicamente gli ostacoli ho peccato nel modo più antico di tutti: la presunzione, la superbia. Pensavo di piegare la natura, che mi ha punito rendendomi misero e fragile. Il mio più grande rimpianto 9. La sua vita è davvero un’epopea. Ci vuole lasciare con una sua frase che simboleggi la sua storia? “La parola impossibile non è nel mio vocabolario.”