Al Meneghini abbiamo molti sportivi importanti e grazie al nostro giornale vorremmo conoscerli meglio: abbiamo intervistato Mario Gabossi, campione di ginnastica artistica a livello nazionale ed internazionale
Come ti chiami e che classe frequenti?
Mi chiamo Mario Gabossi e frequento la 3^ liceo sportivo.
Che sport pratichi?
Faccio ginnastica artistica.
In che squadra giochi?
Gioco nella Squadra Italiana Milano e provincia di Brescia.
Quando hai iniziato a giocare e per quale motivo?
Gioco nella squadra da tre anni circa; ho iniziato perché, vedendo le mie cugine che praticavano questo sport, ho deciso di provare e mi sono appassionato.
Quanti allenamenti fai a settimana?
Mi alleno quattro giorni a settimana, due giorni nella palestra di Piamborno, mentre gli altri due a Brescia; ogni allenamento dura circa un’ora.
Quali sono le cose positive e quelle negative di questo sport?
Un lato positivo è, sicuramente, che si fanno nuove amicizie, ma si impara anche a competere e ad accettare la sconfitta; i contro potrebbero essere il lungo viaggio fino a Brescia e la stanchezza post allenamento.
Qual è stato il momento più emozionante che ti ha regalato questo sport?
Il momento più emozionante è stato quando ho vinto, il 7 luglio, i campionati mondiali in Germania.
Che emozioni provi quando gareggi?
Quando gareggio cerco di rimanere concentrato per poter dare il meglio di me, quindi non lascio spazio per le emozioni. Ovviamente quando vinco sono soddisfatto e orgoglioso di me stesso.
Perché consiglieresti questo sport?
Consiglierei questo sport perché, ha differenza degli sport di squadra, sai di poter contare unicamente sulle tue forze.
Hai un motto che ti rappresenta?
Sì, come dice mio padre: “l’importante è partecipare”; se so di aver dato il meglio di me non mi importa di vincere o perdere, mi basta sapere mi sono impegnato al massimo per cercare di raggiungere quell’ obbiettivo.
Hai un portafortuna?
Quando gareggio porto sempre con me la mia maglia della Juve! E fino ad ora mi ha sempre portato fortuna!
Nella foto: Mario Gabossi con i suoi fratelli