A cura di Giulia Abruzzese e Angela Asselti – classe II sez. H
- Come e quando è nata la tua passione per lo sport?
Ho avuto la passione per lo sport fin da piccola. Ricordo di non aver mai preferito trascorrere i pomeriggi in casa senza far nulla. Grazie ai miei genitori ho cominciato a praticare sport vari: basket, tennis, poi pallavolo che mi ha insegnato ad esprimermi, a conoscermi, a comprendere quanto sia bello ed importante il gioco di squadra: far parte di una squadra vuol dire sentire il peso delle fatiche degli altri. È questo lo sport in cui ora mi sto impegnando.
- Hai conquistato il 1° posto nella fase di corsa campestre provinciale. Ti è risultata faticosa la preparazione per la partecipazione a questa gara?
Assolutamente sì. Impegno, costanza e fatica sono elementi da cui non si può prescindere per partecipare ad una gara. Quando si è a conoscenza che bisogna confrontarsi con atleti che praticano questo sport a livello agonistico, è necessario mettercela tutta. Non si ottiene nulla se non c’è grinta e voglia di farcela. Ora, testa alla fase regionale, dove darò il meglio di me stessa, per tenere alto il nome della scuola Vaccina di Andria.
- Hai seguito un programma di allenamento specifico? Chi ti ha guidata?
Devo un grazie particolare al mio professore di educazione fisica; Giuseppe Marmo, che nel corso dei tre anni di scuola media è stato un punto di riferimento indispensabile per i miei costanti allenamenti sia all’interno che all’esterno della scuola. Quando testavo eventuali miglioramenti, il mio primo confronto era con lui, per rivedere il piano di lavoro.
- Quali i tuoi pensieri mentre ti avvicinavi al traguardo?
Non credevo minimamente che stessi per tagliare il traguardo e che fossi arrivata prima. Non credevo fosse vero, non credevo fossi io. Vedevo le persone intorno incitarmi ed applaudirmi. Giunta al traguardo, ho chiuso gli occhi, li ho aperti dopo un attimo… non stavo sognando!
- Quali sono le qualità fisico – sportive che un atleta deve possedere per la corsa campestre?
Sicuramente forza e resistenza, l’allenamento, poi, deve essere costante e vario.
- Come riesci a conciliare lo studio con lo sport?
A me piace studiare costantemente come allenarmi. Con determinazione e sacrificio riesco a fare entrambe le cose. La parola chiave è – organizzazione – : sin da piccola mi sono sempre allenata ed è grazie allo sport se ora sono la persona che sono.
- Quanto può influire, secondo te, l’incoraggiamento delle persone più vicine ad un atleta, per proseguire con successo nello sport? La tua esperienza cosa ti ha insegnato?
Per fortuna ho avuto accanto a me persone che mi hanno sempre sostenuta, tra queste, mia sorella. Lei ha sollecitato in me la voglia di migliorare, di fare sempre meglio. “Sveglia presto e si va a correre!” questo mi dice sempre. Lei è stata la prima allenatrice in assoluto, ma sono tanto grata ai miei genitori, che mi seguono in ogni pratica cui partecipi.
- Sappiamo che ti sei iscritta al liceo scientifico ad indirizzo sportivo. Quali i motivi della tua scelta?
Era l’unico percorso scolastico, che mi avrebbe permesso di assecondare i miei due interessi: quello per lo sport e quello per le materie scientifiche. Ce l’ho fatta con il punteggio e sono rientrata in graduatoria.
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