//Internet e i suoi pericoli

Internet e i suoi pericoli

di | 2019-03-16T18:24:01+01:00 16-3-2019 18:16|Alboscuole|0 Commenti
di Alessandro M. Solazzo – Noi siamo la nuova generazione, la generazione Y, dei millennial, la generazione del futuro. Facciamo parte del 2° millennio della storia umana e abbiamo caratterizzato questo periodo portando nelle case di tutti noi un nuovo mezzo di trasporto invisibile, ma che usano tutti, che ci fa viaggiare e conoscere il mondo stando comodamente seduti sulla poltrona della nostra abitazione. È nato per scopi militari, guerre e spionaggi, ma lo usiamo per comunicare con amici e parenti. Parlo di internet, la rete che come una ragnatela avvolge il nostro intero pianeta. È simile ad una ragnatela perché è l’oggetto che lo rappresenta meglio: la tela rappresenta il web ed ogni incrocio un qualsiasi oggetto elettrico in grado di accedervi come un telefono, un televisore o un computer. Ad affrontare il discorso con noi è stato un Tenente dell’Aeronautica Militare che, sabato 9 marzo, nell’aula magna della scuola media di Soleto vi ha tenuto un incontro. Il tema principale è stato quello cyber-bullismo insieme a quello di Internet, dato che sono tra loro strettamente collegati. Dal momento in cui Internet è stato reso pubblico, nel 1991, ci sono state delle conseguenze, dei pericoli che lo rendono dannoso per tutti noi. Ad ogni azione che compiamo corrisponde una reazione e la reazione potrebbe talvolta trasformarsi in un problema ed il più grave è il furto di identità. Usare Internet richiede competenza, conoscenza e soprattutto consapevolezza, consapevolezza di utilizzare un mezzo che potrebbe essere a sua volta usato contro di noi. Con il furto di identità una persona si può spacciare per un’altra persona; nella vita reale è difficile, sul web è quasi facile. Tutti noi facciamo selfie, ovvero ritratti fotografici di noi stessi, la nuova carta di identità digitale permette di utilizzare una foto scattata direttamente dal nostro telefono. Queste foto sono custodite sul nostro computer o sul nostro telefono insieme ad altri dati strettamente personali. Purtroppo però inviamo, anche inconsapevolmente, questi dati su Internet tramite i social. Le nostre foto potrebbero contenere le nostre dita e quindi le nostre impronte digitali oppure il nostro volto e un banale test si può rilevare fatale quando, cercando di indovinare qualcosa su di noi, commette un errore e noi inviamo la risposta corretta facendo ingenuamente notare che il test non funziona, anche se abbiamo appena inviato un nostro dato. E grazie ad Internet e ai social si possono scoprire le nostre caratteristiche. Quando in un futuro cercheremo un lavoro, coloro che ci assumeranno o dimetteranno, andranno proprio su Internet e scopriranno tutto quello che c’è da sapere su di noi, anche ciò che abbiamo eliminato un secondo prima. Perché su Internet niente si cancella, tutto rimane e rendiamo automaticamente noi stessi più famosi di ciò che pensiamo di essere, rimanendo nel nostro anonimato. Internet però ha un lato oscuro: esistono deep e dark web, dove la vendita di tutti questi dati che ingenuamente forniamo è qualcosa di completamente normale. Mark Zuckerberg è il patron di Instagram, Facebook e Whatsapp e per diventare uno degli uomini più ricchi del mondo, quale è, sfrutta i nostri dati. Internet ricava dalle nostre ricerche e da ciò di cui, pubblicamente e privatamente, parliamo, utilizzando microfoni che noi apparentemente non utilizziamo, dati e li sfrutta per far guadagnare ed arrecarci danni.  E spesso diamo anche password ed E-Mail a sconosciuti oppure utilizziamo password predefinite che solo troppo tardi capiamo che qualcuno ha sempre avuto ed usato. Ecco la potenza di ogni nostro click, di Internet. Il cyberbullismo deriva dalla sicurezza di essere anonimi nella rete, anche se non lo si è per niente. Il cyberbullo spesso agisce con la complicità di altri. Possiamo combattere il cyberbullismo chiedendo aiuto ai genitori, ai docenti e segnalando i comportamenti scorretti subiti on line alla polizia Postale. Infine, abbiamo visto tre video: il primo e il secondo riguardanti il reato della pedofilia (in uno commesso da uno sconosciuto, nell’altro da dallo stesso padre della ragazza caduta vittima del fenomeno); il terzo video ci ha fatto notare come da Internet chiunque possa ricavare i nostri dati semplicemente digitando il nostro nome e cognome nella barra di ricerca. Dopo questa lezione sui pericoli del web, possiamo definirci finalmente un po’ più consapevoli delle nostre azioni nel mondo digitale.