di Michelangelo Suma, Classe 5^AE. – Settant’anni fa un avvenimento rivoluzionario nel mondo del calcio. Il 25 novembre del 1953 allo stadio di Wembley non si giocò una semplice partita amichevole, perché quello fra Inghilterra e Ungheria fu un incontro storico per gli annali del pallone, che segnò una svolta nel corso degli eventi. i Magiari, vincendo per 6 a 3, misero in discussione l’invincibilità del calcio d’oltremanica e tolsero la corona al football di “Sua Maestà”. Prima della partita la Nazionale dei “3 Leoni” non era mai stata battuta sul proprio suolo da una nazione non Britannica e, nonostante l’esperienza deludente alla Coppa del Mondo del 1950, gli Inglesi erano definiti come i “re del calcio”, in quanto inventori del suddetto sport. Gli Ungheresi, reduci dal successo alle Olimpiadi di Hensilki dell’anno precedente, erano imbattuti da 24 incontri ed erano sicuramente la squadra più forte al mondo, sia per la classe dei giocatori, sia per la tecnica del loro gioco. Dopo che l’Ungheria atterrò in suolo Inglese, la stampa locale, pur riconoscendo le doti tecniche degli ospiti, riteneva impossibile la sconfitta dei padroni di casa. All’ingresso in campo, le due squadre vennero accolte da cento mila spettatori. Il tecnico inglese Walter Winterbottom schierò la seguente formazione: Merrick, Ramsey, Eckersley, Wright, Johnston, Dickinson, Matthews, Taylor, Mortensen, Sewell e Robb. Per l’Ungheria di Gusztàv Sebes scesero in campo: Grosics, Buzànszky, Lòrànt, Lantos, Bozsik, Zakariàs, Budai, Kocsis, Hidegkuti, Czibor e Pùskàs. Passano appena 45 secondi dal fischio dell’arbitro olandese Leo Horn e subito l’Ungheria passò in vantaggio con un tiro dalla distanza di Hidegkuti, che infilò la palla sotto l’incrocio dei pali. Nonostante il pareggio in contropiede degli Inglesi al 13esimo con Sewell, gli Ungheresi tornano in vantaggio al 20esimo ancora con Hidegkuti, che siglò in mischia la sua personale doppietta. Al 24esimo minuto Puskás ricevette palla in area di rigore da Czibor, poi con un dribbling ubriacante mise a sedere un avversario e segnò il gol del 3 a 1. I tifosi non ci credettero: “l’imbattibile Inghilterra era in piena balia degli avversari”. L’Ungheria infatti giocava splendidamente, segnando poi il 4 a 1 al 27esimo con ancora Puskàs, il quale deviò in rete un calcio di punizione di Boszik. Gli inglesi ebbero un sussulto d’orgoglio al 38esimo, quando Mortensen, dopo aver ricevuto palla su un calcio d’angolo, segnò il gol del 2-4. Era purtroppo solo un fuoco di paglia, poiché i magiari giocavano decisamente meglio così anche nel secondo tempo e segnarono il gol del 5 a 2 con Boszik al 50esimo minuto: l’ungherese infatti calciò la palla da fuori area diretto sotto l’incrocio, dopo che un primo tiro era stato respinto dalla difesa inglese. Lo spettacolo non era ancora finito, perché gli ospiti riuscirono a segnare anche il sesto gol al 57esimo: dopo un’azione ben gestita, Puskàs crossò in area di rigore, dove Hidegkuti segnò con un tiro al volo la sua personale tripletta. Il rigore realizzato al 57esimo da Ramsey non riusci a rovinare la serata ungherese, perché i magiari, vincendo 6 a 3, riuscirono dove tutti avevano fallito, cioè a battere gli inventori del calcio in casa loro. Questa partita è stata il simbolo del percorso della squadra di Puskàs, che vedrà il suo picco massimo nel raggiungimento della finale dei mondiali del 1954 contro la Germania Ovest, anche se questa è un’altra storia.