//DANA: un disastro ambientale

DANA: un disastro ambientale

di | 2024-11-28T19:48:44+01:00 28-11-2024 19:47|Alboscuole|0 Commenti

Nella notte tra martedì 29 ottobre e mercoledì 30 ottobre 2024, si è verificata un’ulteriore catastrofe ambientale che ha coinvolto Valencia, Albacete e la regione dell’Andalusia, in Spagna.

DANA (acronimo di Depresión Aislada en Niveles Alto, “depressione isolata nei livelli alti”) è il nome  scelto dal servizio meteorologico spagnolo per indicare la tempesta che si è abbattuta nella zona disastrata. E’ caduto  l’equivalente di pioggia di un intero anno in una sola notte. Si parla di 440 lt per metro quadrato.

Scientificamente il fenomeno viene spiegato con la creazione di un’ansa prodotta dalle velocissime correnti d’aria che scorrono ininterrottamente a quote molto alte, staccatasi poi creando una bolla di aria fredda a bassa pressione. L’incontro a quote più basse con l

DANA (acronimo di Depresión Aislada en Niveles Alto, “depressione isolata nei livelli alti”) è il nome  scelto dal servizio meteorologico spagnolo per indicare la tempesta che si è abbattuta nella zona disastrata. E’ caduto  l’equivalente di pioggia di un intero anno in una sola notte. Si parla di 440 lt per metro quadrato. Scientificamente il fenomeno viene spiegato con la creazione di un’ansa prodotta dalle velocissime correnti d’aria che scorrono ininterrottamente a quote molto alte, staccatasi poi creando una bolla di aria fredda a bassa pressione. L’incontro a quote più basse con l’aria calda ha prodotto turbolenze che si sono trasformate in terribili temporali (V-shaped, dalla loro forma a “V”). Questi ultimi si rigenerano, dato che l’acqua delle precipitazioni evapora e si raffredda molto velocemente, così da alimentare le precipitazioni che colpiscono le stesse zone per un lungo periodo di tempo. Numerosi sono stati i danni provocati sui territori: si contano circa 217 vittime, salite poi  di alcune unità nei giorni seguenti, incerto il numero dei dispersi, oltre 360 mila abitanti senz’acqua potabile e 50.000 senza elettricità, 120 mila sfollati. Sono le stime dei danni fatte nei giorni successivi all’evento. Non siamo sicuri che questa tragedia si sarebbe potuta evitare, ma sappiamo con certezza che ci sarebbero potute essere precauzioni maggiori che avrebbero permesso di salvare numerose vite.  E diamo conto delle polemiche che si sono accese nell’imminenza dei fatti. Governo nazionale e governo regionale si sono scambiati accuse in merito alla responsabilità degli eventi . Il governo regionale ha accusato il governo centrale di non averlo informato. Dal canto suo Pedro Sánchez , Primo Ministro spagnolo rimprovera a Carlos Mazón( Presidente della Generalitat Valenciana)  di non aver attuato le giuste precauzioni essendo lui l’autorità preposta alla gestione delle emergenze e in particolare del protocollo Es-Alert, di competenza delle autorità regionali di protezione civile. I messaggi di alert sono arrivati in realtà dopo le venti quando già le inondazioni stavano bloccando le persone. Probabilmente la situazione è stata sottovalutata da Mazón il quale, mentre il meteo presagiva una situazione anomala, pare partecipasse ad una iniziativa di promozione turistica. I sindaci e i residenti hanno lamentato la mancanza di aiuti tempestivi e ha destato enorme preoccupazione l’isolamento del parcheggio sotterraneo del centro commerciale di Bonaire nei pressi della città di Aldaya, totalmente allagato e raggiungibile solo dai sommozzatori Si è temuto un numero incalcolabile di vittime. Un falso alimentato dalle prime impressioni dei soccorritori stanchi e al buio e rilanciato sui social impazziti. In realtà nel parcheggio non c’è stata, per fortuna, alcuna vittima. E’ rimasta invece la rabbia delle popolazioni coinvolte. Fortemente contestati A Paiporta paese a pochi passi da Valencia tutte le autorità, da Mazón al premier Sanchez, al re Felipe e alla Regina Letizia. Al di là delle polemiche, non si può non dare atto che questi eventi sempre più frequenti e disastrosi in varie parti del mondo , non sono eventi normali. Sebbene ci sia chi nega l’esistenza dei cambiamenti climatici, è evidente il nesso tra: innalzamento delle temperature, cambiamento climatico e disastri ambientali. Non è un caso ad esempio che, nei giorni precedenti l’ alluvione spagnola, si siano registrate temperature di molto superiori alla norma. Fondamentali sono le precauzioni necessarie alla prevenzione delle catastrofi: allarmi, tutela del territorio, gestione delle emergenze. Sarebbe però meglio capire quali sono le reali cause di tutto ciò e provare a cambiare i numerosi comportamenti che influiscono sull’inquinamento e sulle relative conseguenze. La scelta ora è: politiche che riparino i danni o politiche che li prevengano? Angelica Mongelli