Dentro sono dura, ho un cuore di pietra, fuori son debole, fatta di legno. Una lama mi taglia, ma io non soffro; quando mi consumano, io non soffro; quando mi dimenticano, io soffro. Invece, quando mi prestano, sono molto felice!
Ho un colore triste, i miei fratelli, al contrario, hanno tutti i colori dell’arcobaleno. Alcuni dicono che ho un buon sapore, allora mi mordicchiano leggermente. Sono un passatempo, so disegnare. Le mie abilità dipendono da chi mi possiede. Io sono fina, mio padre è alto, mia mare è dura. Il mio miglior amico è alto e magro, odio le cose gommose, per me sono dei repellenti. Mi piace nascondermi, ma non per troppo, se smettono di cercarmi mi offendo. Per sapermi usare non serve essere geni, pure i bambini piccoli mi usano. Quando una lama mi taglia, fa uscire una parte del mio cuore. Non sono come voi, umani, che nascete piccoli ma col passare del tempo diventate grandi; io nasco grande e divento piccola. Sono silenziosa, non offendo mai nessuno. Ho una marca, un marchio e un numero per vedere quanto è duro il mio cuore.
Di sicuro mi hai usata.
Giacomo Ozzino, 1^H