di SABRINA SCOGNAMIGLIO – Piero Pelù e Fabio D’Onofrio
Venerdì 11 e lunedì 14 maggio, abbiamo avuto due incontri all’insegna della musica. Venerdì, a Piazza Bella Piazza a Forcella, siamo stati invitati dall’assessore alle politiche giovanili Alessandra Clemente a partecipare allo spettacolo conclusivo che ha chiuso il percorso che alcuni ragazzi del carcere minorile di Nisida hanno iniziato con il famoso cantante Piero Pelù. In soli cinque giorni, infatti, hanno scritto una canzone che s’intitola “Santi di periferia” e che parla proprio della voglia di questi ragazzi cambiare e di migliorarsi. Sono stati, poi, commoventi i loro discorsi in cui dicevano che sarebbe stata una bugia dire che sono già cambiati, ma che ce la stanno mettendo tutta. Lunedì, invece, abbiamo incontrato il musicista Fabio D’Onofrio, un oboista. Durante questo incontro, abbiamo parlato di molti temi, in particolare di come, attraverso ciò che ci piace ci sentiamo gratificati e stiamo bene con noi stessi e con gli altri. C’è chi lo fa attraverso la musica,come Fabio, chi attraverso la pittura, la poesia, il teatro o qualsiasi cosa ci faccia stare bene e, soprattutto, non ci faccia sentire in gabbia. Abbiamo, ovviamente, anche trattato il tema della musica, della genialità di molti artisti, di come essi si esprimevano attraverso quest’arte e del fatto che Napoli, nel periodo Barocco, sia stata un importantissimo centro culturale musicale. Poi, invece, Fabio D’Onofrio ci ha parlato un po’ della sua attività e di come sia nato il suo amore per la musica. Ci ha raccontato, che già a 4-5 anni era vicino alla musica e che anche in famiglia lo spingevano verso questa carriera. Il suo primo strumento è stato un violino ma, successivamente, si è appassionato all’oboe ed ha trasformato questa passione nel suo lavoro. Adesso è oboista nel trio “Ruah” insieme ad un mezzo soprano ed un organista. È stato davvero interessante conoscere un musicista come Fabio D’Onofrio che ci ha aperto il suo mondo e che ci ha ricordato una cosa molto importante: nonostante molti la sottovalutino, la considerino futile e secondaria, la verità è che la musica nella nostra quotidianità è più vitale di quanto vogliamo ammettere e senza non potremmo vivere. Infine, ci ha salutato e lasciato con la promessa di incontrarci nuovamente e, magari; assistere ad una delle sue meravigliose esibizioni.