di Acquaviva, Liso, Colia, Del Giudice, Miracapillo, Campanale, Pastore, Zinfollino, Fusaro, Falcetta, Miccoli e Guadagno, 1^ I
Con la nostra professoressa di Geografia, Anna Mansi, noi studenti della 1^ I abbiamo studiato i vulcani e di come avvengono le eruzioni. Un vulcano è una montagna che si è formata con ripetute eruzioni venute fuori da una frattura della crosta terrestre.
Un vulcano si definisce attivo quando la sua eruzione avviene in modo costante nel tempo e può essere di tipo esplosivo quando la lava è molto densa e ha difficoltà ad uscire dal cratere, dunque esplode.
Per realizzare questo esperimento, ci siamo procurati un cartoncino, una bottiglietta di plastica vuota, detersivo per piatti, bicarbonato e aceto.
Con un foglio di carta abbiamo creato un vulcano dando ad esso una forma di cono
Poi abbiamo preso la bottiglia e l’abbiamo posta all’interno del vulcano e ci abbiamo versato i liquidi; solo alla fine abbiamo aggiunto il bicarbonato e, lasciandoci stupiti, il nostro piccolo vulcano ha eruttato e la schiuma è salita fino a traboccare dal cratere!
È stata un’esperienza molto interessante!
Questo argomento specifico ci è servito per capire meglio come funziona la dinamica della tettonica a zolle che caratterizza la crosta terrestre del nostro pianeta: la nostra litosfera è divisa in sette grandi zolle o placche tettoniche (euroasiatica, africana, americana, indo-australiana, pacifica, di Nazca e antartica) e poche altre di piccole dimensioni.
Per questo, ci siamo cimentati nella costruzione del nostro planisfero suddiviso nelle zolle che lo compongono. Come prima cosa abbiamo preso una lastra di polistirolo azzurro isolante di 120X70 cm con spessore di 4 cm e con le forbici abbiamo cercato di dargli una forma tondeggiante. Poi abbiamo incollato una fotocopia delle placche presenti sulla crosta terrestre, abbiamo ritagliato la parte arancione e abbiamo stropicciato un po’ i lati per dare l’effetto della crosta. Una volta asciugato il tutto, abbiamo incominciato a bucare le linee rosse che delineano i confini tra le zolle con un chiodo.
Ci siamo davvero impegnati a svolgere questi lavori pratici e soprattutto ci siamo divertiti: non vediamo l’ora di ripetere questa esperienza!