di Paolo Strippoli (classe III^D) – Ho conosciuto presto questo splendido strumento a 4 corde. Qualcuno mi mise in mano un violino a nove anni, durante una recita scolastica: iniziai quasi per scherzo a strimpellare con un archetto mezzo rotto, nel peggior modo possibile. Nonostante fossi inconsapevole di quello che facevo, sentivo che farlo suonare mi piaceva da matti! Lo dissi ai miei genitori, i quali compresero che avevo provato un’emozione forte, bella. E pian piano mi convinsero a cominciare a studiare. Iniziai preparandomi privatamente e a 11 anni affrontai la selezione di accesso al conservatorio “Morlacchi” di Perugia, che frequento tuttora. Quando entrai in conservatorio, ero il più piccolo del gruppo di allievi della mia Maestra, Gabriella: ovviamente, come potevo non farle tenerezza? Mi prese subito in simpatia, sostenendomi sempre con grande dolcezza, senza risparmiarmi qualche bella sgridata: quando non le piaceva come suonavo, non sapeva trattenersi. Un comportamento che non capivo: del resto ho sempre avuto un carattere emotivo e un po’ permaloso nel rapportarmi con gli altri. Oggi comprendo che la Maestra faceva bene, perché è stata sempre obiettiva con me, mi diceva sempre la verità anche quando non mi piaceva. Dopo qualche anno questa mia prima Maestra è andata in pensione e ne è arrivata un’altra, Liliana, molto più giovane ma già con una grande esperienza alle spalle. Quando mi ha sentito suonare ha subito commentato: “Paolo, ricordati che puoi migliorare molto, ma per farlo hai bisogno di studiare di più. Ti devi impegnare”. E aveva ragione, perché il violino è uno strumento complicato e suonarlo richiede passione, dedizione e soprattutto tanto, ma tanto studio e sacrificio, cosa che fino allora non avevo tanta voglia di fare: grazie a lei ho capito che può valere la pena non uscire qualche sabato sera, se questo mi permette di studiare qualche ora in più. Del resto, devo affiancare lo studio dello strumento con quello delle tante materie del liceo linguistico: c’è tanto da fare, ed è quasi impossibile trovare il tempo per altre cose (come fare qualche sport) ma si sa, non si può avere tutto. Lo studio della musica in Conservatorio mi ha anche dato la possibilità di conoscere alcune persone con le quali ho legato molto: ragazzi e ragazze che condividono la mia passione per le “benedette 4 corde”. Con loro è sempre bello ritrovarsi per suonare qualcosa, magari improvvisando insieme in una stanzetta pezzi diversi da quelli classici senza farsi sentire dalla Maestra oppure semplicemente parlare un po’ di tutto facendo una bella passeggiata. Ci teniamo sempre in contatto grazie ai social, dove abbiamo un nostro “gruppo”. Credo che la musica, il violino, sarà la mia vita, perché è ciò che desidero fare più di ogni altra cosa al mondo, il mio sogno nel cassetto. Vorrei farne non solo una passione ma anche il mio mestiere, perché sarebbe magnifico lavorare facendo una cosa così bella come suonare: credo che non mi stancherei facilmente! Se un giorno dovessi realizzare questo mio progetto, sicuramente lo dedicherei alla mia famiglia, che tanto mi ha sostenuto e continua a sostenermi per affrontare il mio percorso.