Di Luca Grattacaso classe 2E – Sono passati 80 anni dall’ultima eruzione del Vesuvio che fece alzare una colonna di fumo alta oltre un chilometro. Era il 18 marzo 1944. Per ricordare questo avvenimento si è svolta nelle giornate del 17,18 19 marzo, un’iniziativa “CONOSCERE E VIVERE IL VESUVIO, A 80 ANNI DALL’ULTIMA ERUZIONE” organizzata dall’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV-OV), dal Dipartimento della Protezione Civile (DPC), dalla Protezione Civile della Regione Campania e dall’Ente Parco Nazionale del Vesuvio. I visitatori hanno avuto la possibilità di entrare nella sede storica dell’Osservatorio Vesuviano, di assistere alla proiezione di un filmato esclusivo sull’eruzione del ’44 e di percorrere un sentiero per conoscere meglio il rischio vulcanico e le attività di protezione civile.
Il Vesuvio è senza dubbio tra i più noti e famosi vulcani al mondo di cui ricordiamo la celebre eruzione del 79 d.C. che distrusse le città romane di Pompei, Stabia ed Ercolano. Ma, nel corso dei secoli, si sono susseguite anche altre eruzioni e oggi il Vesuvio è considerato tra i vulcani a maggiore rischio essendo situato in un’area densamente popolata e a pochi chilometri dalla città di Napoli. Dal 1944, anno della sua ultima eruzione, il vulcano si trova in stato di quiescenza caratterizzato solo da attività fumarolica e bassa sismicità. Il Vesuvio è sorvegliato 24 ore su 24 dalla rete di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, che è il più antico osservatorio vulcanologico del mondo, fondato dal Re delle Due Sicilie, Ferdinando II di Borbone. Allo stato attuale il livello di allerta del Vesuvio è VERDE, come stabilito dal Dipartimento della Protezione Civile, sulla base dei risultati del monitoraggio dell’INGV che non segnalano alcun fenomeno anomalo rispetto all’ordinaria attività del vulcano. Il Dipartimento della Protezione Civile ha elaborato un Piano Nazionale per salvaguardare la vita delle persone che vivono alle pendici del Vesuvio e periodicamente organizza esercitazioni per informare la cittadinanza sul rischio vulcanico e sulle buone pratiche da mettere in atto in caso di pericolo.