di Valeria Russo
Sebbene il termine ‘vegano’ sia stato coniato nel XX secolo e optare per una dieta plant based possa sembrare un fenomeno legato alla storia moderna, la scelta di escludere prodotti animali dalla propria alimentazione ha invece inizio migliaia di anni fa. Le radici del movimento vegano possono essere rintracciate fin dall’antichità, come nell’antica Grecia, dove numerosi filosofi hanno esplorato il rapporto tra gli esseri umani, gli animali e la natura.
Tra i primi filosofi a dare inizio alla filosofia vegana del tempo troviamo Pitagora, famoso matematico e filosofo, fondatore della scuola pitagorica. Egli credeva nella trasformazione spirituale attraverso una dieta vegetale, rifiutando il consumo di carne per motivi morali ed esistenziali, inoltre insegnava il rispetto per tutte le creature viventi e sosteneva la non violenza.
Successivamente Platone, filosofo greco, probabilmente influenzato dai concetti pitagorici, seguiva una dieta vegetariana. Nella sua opera ‘Le leggi’ parla di una felice età arcaica in cui gli uomini avevano un particolare rispetto per la vita e non uccidevano gli animali né per nutrirsene, né per offrire sacrifici agli dèi.
Aristotele, invece, pur non abbracciando un vegetarianismo radicale come Pitagora o Platone, riconosceva l’importanza di trattare gli animali con rispetto e compassione. Le sue idee sulla moralità e sull’etica hanno influenzato concetti che sono stati successivamente associati al veganesimo.
Dunque, in conclusione, il ruolo dei vegani nella storia è stato plasmato da una combinazione di pensiero filosofico, etico e sociale che si è evoluto nel corso dei secoli.
L’insegnamento di alcuni tra i filosofi più importanti della storia ci invita a riflettere sul modo in cui ci rapportiamo agli animali e alla natura, sensibilizzandoci su temi importanti e magari spingendoci a intraprendere le loro stesse scelte alimentari.