//Il treno della vergogna

Il treno della vergogna

di | 2020-02-17T21:55:17+01:00 17-2-2020 21:55|Alboscuole|0 Commenti
Di Cuccovillo Amanda e Piccolo vittoria  – classe III sez. G   Lunedì 10 febbraio, giorno riconosciuto come il Giorno del Ricordo, la nostra classe, la 3G, si è recata presso il Castello Svevo di Barletta per assistere ad un percorso culturale intitolato “Il treno della vergogna”, ambientato nei sotterranei del castello. Appena entrati nel castello, il responsabile ci ha accolto spigandoci cosa è stato il fenomeno delle foibe (Una foiba è uno dei grandi inghiottitoi carsici nel quale venivano gettati gli italiani dai partigiani jugoslavi comandati da Tito durante e subito dopo la seconda guerra mondiale). Finita la spiegazione, la guida ci ha lasciato del tempo per osservare dei pannelli informativi e una mostra fotografica riguardanti le vittime del genocidio. Subito dopo, ha avuto inizio una rappresentazione teatrale: un signore anziano che si recava presso un binario diretto a Pola, ha incontrato una donna diretta a lavoro. I due hanno iniziato a parlare dopo che la donna ha iniziato a lamentarsi a causa del ritardo del treno. Parlando, l’uomo anziano, ha iniziato a raccontare alla donna che doveva riuscire assolutamente a salire su quel treno poiché, oltre a raggiungere la sua meta, doveva anche superare un trauma che aveva subito. Attraverso la conversazione, si scopre che l’uomo era stato uno dei passeggeri del “Treno della vergogna” un treno che da Pola trasportò ad Ancona tutti gli esuli italiani, nel 1947. L’uomo portava con sé un vaso con le ceneri appartenute alla moglie deceduta probabilmente in quel periodo. Infine c’è stato un grande colpo di scena: la moglie dell’anziano signore e la zia della donna… erano sorelle, la ragazza aveva capito che il suo lavoro avrebbe potuto aspettare e i due sono saliti insieme sul treno una volta arrivato. E’ stata una rappresentazione molto toccante, ricca di sentimento e significato. Gli attori sono stati capaci di trasmettere molto chiaramente e in maniera comprensibile a noi giovani, la sofferenza degli esuli italiani costretti ad abbandonare le loro abitazioni in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia attraverso il treno della vergogna, un dettaglio delle foibe che pochi conoscevano. Allo stesso tempo, sono stati capaci di farci provare forti emozioni attraverso il loro modo di parlare, di esprimersi, attraverso i semplici gesti o attraverso i loro sguardi. E’ stata, inoltre, molto indicata la scelta del luogo: i sotterranei del castello che trasmettevano la sensazione di trovarsi in una cavità naturale come quella delle foibe. Anche se è stato breve, non abbiamo mai assistito ad uno spettacolo che nascondesse una storia così vasta dietro di sé. Concludiamo l’articolo con una poesia M. Barone: Silenzio. Un silenzio funereo. Cavità, e buio, ed ancora silenzio. Violenza nella violenza, verità ribelle, violentata dalla Storia che deve offuscare la libera Resistenza, offuscata dalla voce del lamento dall’Inno di quel sacramento ululante nell’umanità disumana. Foibe Marco Barone.