La prima civiltà nota ad usare l’arco e frecce e a lasciare delle testimonianze fu quella egizia. Circa 5000 anni a.C. gli egizi usarono l’arco per la caccia, ma soprattutto per la guerra, mentre i faraoni egizi e gli imperatori romani davano dimostrazioni delle loro capacità con prove di mira con l’arco e nell’antica Grecia si disputavano vere e proprie gare. Nelle battaglie l’arco era un oggetto comune per tutti gli eserciti, ma con gli Unni e poi i Mongoli la tecnica dell’arco a cavallo divenne un vero culto e il suo utilizzo, fino alla fine del Medioevo, sarà esclusivamente a scopo militare. La nascita dell’attuale “tiro con l’arco” avviene invece in Inghilterra, intorno alla prima metà del 1300, quando i re inglesi imposero per legge a tutti i sudditi maschi di praticare gare di tiro con l’arco ogni domenica e durante le feste. Successivamente, con la diffusione delle armi da fuoco, l’uso dell’arco perse la sua importanza militare, ma continuò ad avere successo come sport. Già nel 1900, infatti, la disciplina dell’arco iniziò a far parte delle gare olimpiche ma poi, a causa della mancanza di regole precise per tutti, venne esclusa per essere successivamente riammessa grazie alla nascita, in Francia, della prima “Federazione Internazionale del Tiro con l’Arco (Fita). In Italia la prima associazione di “Tiro con l’Arco” nasce nel 1961 ed è l’attuale “Fitarco”. Negli anni questa disciplina sportiva ha dato molti successi all’Italia, e il primo arciere olimpico del “Tiro con l’Arco” a vincere la medaglia d’oro individuale ai “Giochi Olimpici di Atene 2004” e la medaglia d’oro a squadre ai “Giochi olimpici di Londra nel 2012” è stato Marco Galeazzo, il quale nel 2017 diventa anche Campione del mondo. Il tiro con l’arco è una disciplina sportiva nel vero senso della parola, perché richiede allenamento non solo fisico ma anche mentale, favorendo la concentrazione. Incoccare una freccia, tendere la corda fino ad arrivare all’ancoraggio e sganciare sembra molto facile. “Che ci vuole?” si potrebbe dire, ma non è proprio così! In realtà tutti i movimenti sono il risultato di un processo di movimenti precisi, molto lenti, di pazienza e di piccole correzioni fatte di volta in volta, perché essi servono a centrare con la propria freccia il dieci, un piccolo cerchio giallo al centro della targa. Il “Tiro con l’Arco” è uno sport che fornisce inoltre una corretta postura, poiché tendere l’arco coinvolge molti muscoli – come pettorali, spalle, braccia e mani, ma anche le gambe – e bisogna possedere una buona muscolatura per stare stabili e ben fermi e poter reggere una gara di circa tre ore o più, in base al tipo di competizione, che sia indoor (al chiuso) o outdoor (all’aperto). Il Tiro, quindi, è una competizione in cui si gareggia prima con se stessi e poi con gli altri arcieri, che aiuta a fare aumentare la fiducia in se stessi e l’autostima e, anche se risulta uno sport individuale in cui c’è solo l’arciere e un bersaglio, favorisce gli incontri con le altre persone con cui si è in competizione, poiché ci si scambia opinioni e consigli. Esso può essere praticato a qualsiasi età, dagli 8 anni fino agli 80 anni e più, ma soprattutto è un mezzo di inclusione anche per soggetti con disabilità motorie e psichiche. Come in quasi tutte le grandi città, anche a Barcellona Pozzo di Gotto è presente e vanta importanti traguardi la disciplina del “Tiro con l’Arco”, che ormai da oltre una decina di anni si è affermata grazie all’Associazione “Baupark”, sede in cui si può andare per apprendere le basi di questo sport ma anche – grazie a molti atleti che in diversi anni hanno avuto importanti riconoscimenti a livello regionale, nazionale e anche nei giochi olimpici – fiore all’occhiello della nostra cittadina. Tra questi sportivi ricordiamo Daniele Bauro, ma anche altri ragazzi e ragazze come Nina De Luca, Antonino Calabrese, Giorgia Mazzeo, Alice Mazzeo, Roberto Sottile e molti altri, che si fanno onore e danno notorietà alla città del Longano. Recentemente, inoltre, per l’iniziativa del Comune di Barcellona Pozzo di Gotto è stato inaugurato un “Parco Urbano per lo Sport” presso il quartire Nasari dove poter svolgere alcuni sport, e lì tutti possono trovare spazio all’insegna del principio che “lo sport è salute”. Sono molte le società sportive che hanno aderito a questo progetto, grazie al quale ogni fine settimana, gratuitamente, si ha la possibilità di trascorrere un paio di ore a fare attività fisica e, nello stesso tempo, socializzare con gli altri ragazzi, invece di rimanere chiusi in casa da soli schiavi dei social. E uno degli sport che vengono svolti presso il “Parco Urbano dello Sport” è proprio il tiro con l’arco che, con la collaborazione dell’”Associazione Baupark”, può essere praticato ed esercitato da chi già lo conosce e da chi lo scopre per la prima volta. Si tratta di una bella opportunità e magari, freccia dopo freccia, ci sarà qualcuno che si appassionerà così tanto da potere diventare, un giorno, un nuovo campione del “Tiro con l’Arco”, così come ho fatto io stessa. Spero quindi che nella nostra città di Barcellona Pozzo di Gotto iniziative come queste possano continuare, che il “Parco dello Sport” continui a esistere e venga mantenuto in ordine, perché l’attività sportiva in generale, e non solo il “tiro con l’arco”, è molto importante per la salute fisica e mentale, e serve inoltre a confrontarsi e socializzare con gli altri, rafforzando il senso di comunità.
Alice Smeralda Mazzeo