//Il solito Ferro d’amore: recensione a “Il mestiere di vivere Urban vs Acustic”

Il solito Ferro d’amore: recensione a “Il mestiere di vivere Urban vs Acustic”

di | 2018-07-11T16:18:59+02:00 11-7-2018 16:18|Alboscuole|0 Commenti
di MARGHERITA MURIALDO – Il 10 novembre dello scorso anno è uscito il disco Il mestiere della vita Urban vs Acustic di Tiziano Ferro. Si tratta di una rivisitazione dell’album Il mestiere della vitain chiave urban e acustica, contenente 4 speciali bonus track: il remix di Valore assoluto, il duetto dello stesso brano con l’emergente Levante (già giudice, in quest’ultima stagione, di X-Factor), una versione di No vacancy, un brano del gruppo statunitense degli One Republic, e la reinterpretazione di Mi sono innamorato di te, cantata in omaggio all’autore Luigi Tenco durante la prima serata del Festival di Sanremo 2017. Sono presenti altri otto brani: Ora perdona (urban), “Solo” è solo una parola (urban), La tua vita intera (urban), Potremmo ritornare (acustic), Il conforto (urban), Il mestiere della vita (acustic) e A Ti Te Cuido Yo (cantata con il quasi trentenne spagnolo Dasoul). Il disco è stato presentato a Radio Deejay, a Radio Monte Carlo e infine a Radio Italia in collaborazione con Real Time. Su quest’ultima rete Tiziano Ferro ha anche tenuto un concerto live dove ha riproposto alcuni dei brani più famosi e amati dai suoi fan, fra cui naturalmente anche i più recenti contenuti nei due ultimi dischi. 1 Al solito il centro tematico di queste canzoni è sempre la vita amorosa, seppure analizzata nelle sue diverse sfaccettature: è questo, in pratica, il tema unico di tutta la discografia di Tiziano, fin dagli esordi con Perdono, quando ancora a produrlo era Mara Maionchi. Gran parte del successo del Ferro-pensiero sta, probabilmente, nel fatto che egli si racconta, con sincerità, attraverso la musica davanti ai propri fan: non è quindi del tutto improbabile che molte delle emozioni che riversa nelle proprie parole siano tratte dalla sua biografia personale. Spesso, anche queste ultime canzoni narrano storie difficili, tormentate, finite o forse mai cominciate, terminate e forse mai davvero concluse. E’ il caso ad es. di Potremmo ritornare (sulla quale il giornalino ha già pubblicato una recensione qui), dove la voce poetica spera che un giorno lui e il proprio ex potranno tornare ad essere quelli di un tempo:
E ancora sempre solo una strada, la stessa: scelgo sempre la più lunga, la più complessa. Quindi, perché mi scanso, invece di scontrarti, e tu perché mi guardi, se puoi reclamarmi?
4 O anche di Il conforto, che parla di un amore difficile a causa della lontananza, il quale, tuttavia, resta possibile e presente grazie al sostegno reciproco tra i due amanti e il loro coraggio:
Per pesare il cuore con entrambe le mani ci vuole coraggio e tanto tanto troppo troppo troppo… troppo amore.
Ma forse epitafio a tutto l’album potrebbero essere alcuni versi del pezzo eponimo, che racconta di un amore finito a causa del quale una delle due parti continua a soffrire, nonostante cerchi disperatamente di superare la crisi:
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