Il Feudalesimo è quell’organizzazione politica, economica e sociale tipica del Medioevo e che si è avuta tra il X e il XIII secolo, basato sul meccanismo del vassallaggio.
Fu Carlo Magno a ridare vigore all’antica consuetudine del vassallaggio per assicurarsi il controllo dei territori conquistati e per tenere a bada la pericolosa nobiltà franca.
Il “vassallaggio” è quel rapporto di dipendenza tra il signore e i suoi vassalli. In cambio di un feudo o beneficio – solitamente un possedimento terriero – il vassallo assicurava al signore il suo sostegno militare.
Il rapporto di vassallaggio non era solo un contratto, ma anche un legame di ordine morale svolto attraverso un rito quasi religioso. Il futuro vassallo, in ginocchio, metteva le mani congiunte in quelle del signore, il signore faceva quindi rialzare il vassallo, che prestava giuramento di fedeltà posando la mano destra su un oggetto sacro e recitava un giuramento.
Ai feudatari maggiori (conti, marchesi, duchi, vescovi), che erano vassalli diretti dei sovrani, si affiancò via via una grande quantità di feudatari minori, vassalli dei feudatari maggiori, chiamati valvassori, che a loro volta nominavano i valvassini.
In origine, il feudo tornava al signore alla morte del vassallo, o per altri gravi motivi, il signore aveva il diritto di recuperare il beneficio e di assegnarlo ad altri. Si trattava di un principio fondamentale che Carlo Magno e i suoi successori cercarono di difendere per limitare il potere dei feudatari.
Nel tempo, però, specie dopo la morte di Carlo Magno, i feudatari accentuarono la tendenza a trattenere per sè quei feudi.
Il 14 giugno dell’877 l’imperatore Carlo il Calvo fu costretto a emanare il capitolare di Quierzy, con il quale si riconosceva l’ereditarietà dei feudi maggiori, ossia di quei feudi ottenuti direttamente dal sovrano. Il poter succedere al padre consentiva ai figli di non perdere i beni immobili, mentre per i sovrani significava avere sempre uomini al proprio servizio. Diventarono poi ereditarie anche le funzioni amministrative a cui era legata la concessione delle terre.
Il 28 maggio 1037 la Constitutio de feudis dell’imperatore Corrado II il Salico fissò l’ereditarietà anche dei feudi minori, cioè quelli concessi da un signore feudale, per indebolire la potenza dei vassalli maggiori.