//Il senso dello studio: Never stop learning!

Il senso dello studio: Never stop learning!

di | 2020-12-09T18:56:08+01:00 9-12-2020 18:52|Alboscuole|0 Commenti
Di Stefano Ventre – 3^E –
Durante questo periodo di pandemia da Covid-19 e di didattica a distanza, è emerso un problema, che già c’era durante la didattica in presenza, che adesso è molto più accentuato. Noi studenti infatti, oltre ad essere in una fase della vita non proprio facile, anzi piuttosto complicata, ci siamo ritrovati in una situazione caotica che ci ha fatto perdere un po’ il senso e il valore dello studio.
 Se un adulto chiedesse ad uno studente: “Secondo te, qual è il senso dello studio?” otterrebbe risposte di vario genere, tra cui: “Lo studio non ha senso, è una perdita di tempo”, “Studiare è la cosa più importante, è un diritto-dovere di ognuno di noi”, oppure “Studio solo perché sono obbligato, ne farei volentieri a meno”. La risposta, come quasi tutto nella vita, è soggettiva e dipende da molte cose, non credo sia possibile trovare una risposta assoluta ad una domanda difficile come questa.
Alcuni ragazzi,  alla stessa domanda, risponderebbero che studiare non serve a niente, e inizierebbero a difendere la propria tesi: la geografia è inutile, tanto c’è Maps; la matematica è inutile, non serve sapere la formula di risoluzione dell’equazione di secondo grado in un contesto di vita quotidiana; la letteratura, l’arte e la storia sono inutili, i personaggi storici e gli autori sono tutti morti, i protagonisti dei romanzi sono inesistenti, a cosa serve sapere che fine fa Don Rodrigo o che Caligola aveva fatto Senatore un Cavallo o che quel quadro di Munch è una critica alla società dell’epoca; l’informatica è inutile,  quando si sa già usare il computer; il latino è una lingua morta; per l’inglese c’è il traduttore; non mi serve la letteratura.
Credo di aver reso l’idea.
Tra queste affermazioni alcune sono completamente false, altre invece sono opinioni che dipendono dalla situazione e dal contesto in cui ci si trova. Peccato che non siamo ancora capaci di predire il futuro.  Non sapendo in che contesto ci potremmo ritrovare, avere conoscenze, anche in pillole, su molti argomenti diventa uno strumento che ci rende liberi di poter parlare di un po’ di tutto perché, se non si sa qualcosa su un argomento, è meglio non parlarne proprio. La conoscenza ci può aiutare ad uscire da situazioni scomode, in più lo studio diventa un allenamento per altri tipi di studi e attività anche completamente diverse. Lo studio amplia la mente, oltra ad allenarla.
Studiare più materie, anche se sembrano lontane dalla facoltà universitaria che vorremmo intraprendere, fa sì che il cervello abbia a disposizione più armi per affrontare sfide sempre diverse.
Insomma, il senso dello studio si trova non solo nella quotidianità ma anche nel futuro che ci aspettiamo. Non sto dicendo che ogni alunno deve eccellere in tutto, ma che studiare più materie aiuta sempre, in maniere anche inaspettate. Nella vita, infatti, una persona più preparata è sempre gradita nella società e facilitata nell’ambito lavorativo, mentre una persona ignorante si ritroverà, prima o poi, in difficoltà.