di Mammone Vittoria e De Rosa Cristiana, classe 2^B – Con i Nirvana il rock degli anni Novanta cambia la storia
All’inizio degli anni Novanta, il rock era dominato da artisti commerciali pop, rock ed “hair metal”. Mtv, al tempo potentissima emittente televisiva, concentrava la sua attenzione più sull’immagine e lo stile che sulla qualità musicale. Intanto però dalle parti di Washington più precisamente a Seattle, a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta negli scantinati si suonava un nuove genere: il grunge.
Perché grunge
Letteralmente il significato del termine inglese grunge, (fradicio, stropicciato, sporco) indica una valenza semantica che evidenzia l’aspetto estetico trasandato dei protagonisti, nonché una scarsa ricercatezza tecnica comune a numerose band in questione, interessate maggiormente all’immediatezza e alla forza della propria musica e delle proprie parole. Fra gli elementi comuni delle band grunge, si possono citare la ripresa di sonorità di chiara derivazione heavy metal, hard rock e punk rock. le finalità di denuncia e l’utilizzo dello strumento musicale come protesta contro l’establishment politico e culturale del momento, e i testi, che trattano spesso di argomenti apatici ed angosciosi, come la frustrazione di vivere, la tristezza, la depressione, la rabbia verso una vita vissuta passivamente, la ribellione.
La band che scosse la scena
Tra le diverse band che raggiunsero la notorietà i Nirvana certamente sono la formazione più famosa. Il gruppo si impose con la pubblicazione del monumentale Nevermind (1991) anticipato dal singolo Smell Like Teen Spirit. Una scossa di adrenalina attraverso la quale i ragazzi di Aberdeen indicarono al mondo un nuovo modo di intendere il rock
Tre dischi che cambiarono la storia
Sette anni sono bastati a cambiare il volto dell’America. Tra il 1987 e il 1994 Kurt Cobain, chitarrista e cantante; Krist Novoselic, bassista e Chad Channing prima e Butch Vig poi alla batteria scuotono l’underground. La band si perfeziona con l’arrivo, nel 1990, di Dave Grohl. Tre album sono bastati a saldare il loro nome nella Rock and Roll Hall of Fame e a marchiare a fuoco la scena. Dall’esordio con Bleach (1989), scrigno prezioso della bellissima About A Girl passando per il già citato Nevermind che li proietta nell’olimpo. Il terno si chiude con In Utero (1993) album trainato dall’intensa Heart-Shaped Box. Fuori dai tre dischi ufficiali da contemplare Incesticide (1992), una raccolta di rarità contenente sia singoli e EP già pubblicati. A chiudere anche l’unplugged registrato agli Mtv di New York (1994).
La parabola di Kurt Cobain
Kurt Donald Cobain nasce a Aberdeen il 20 febbraio 1967. Da subito dimostra di essere un bambino curioso e vivace. Oltre ad avere talento per il disegno, è anche portato per la recitazione nonché per la musica. Da un momento all’altro, la prima feroce delusione: la famiglia divorzia, lui ha solo otto anni ed è troppo piccolo per capire i drammi di una coppia. Sa solo che soffre come mai gli era successo prima. Il padre lo porta con sè in una comunità di taglialegna, in verità poco disponibile verso “i disadattati sensibili ed estrosi”. Kurt è particolarmente vivace ed agitato anche se spesso in condizioni di salute mediocri: per calmarlo, gli viene somministrato il pericoloso Ritalin, un farmaco dalla fama sinistra (anche se lo si sa solo da poco tempo). Kurt, per parte sua diventa sempre più aggressivo, incontrollabile, tanto che manda in pezzi il rapporto con il padre. All’età di diciassette anni rompe ogni legame con la famiglia e per qualche anno conduce una vita da nomade. Poi la band, il rock, e i Nirvana diventano la sua nuova famiglia. Una vita vissuta pericolosamente, lanciata a velocità folle senza freni. Un talento pazzesco che si spegne il 5 aprile del 1994. Il cadavere di Kurt Cobain verrà rinvenuto da un elettricista nella sua villa sul lago Washington. Stando alle indagini e ai referti autoptici, il cantante si è suicidato con un colpo di fucile alla testa. Accanto al cadavere viene ritrovata una lettera di addio alla sua famiglia e al suo pubblico.