di Crescentini Lisa III B – Il 27 gennaio si ricorda la strage della Shoah (sterminio del popolo ebraico) accaduta durante la Seconda Guerra Mondiale.
Perché proprio questa data?
Lo spiega il 1° articolo della legge, che recita: «La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria”, al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati». L’odio verso gli ebrei non era presente solo durante la Seconda Guerra Mondiale ma già dall’antichità. Per esempio nel medioevo avevano creato dei “ghetti” luoghi circoscritti dove potevano stare solo gli ebrei. La caccia agli ebrei riprende nel xx secolo quando,Adolf Hitlerpolitico tedesco di origine austriaca, cancelliere del Reich dal 1933 e dittatore, col titolo di Führer, della Germania dal 1934 al 1945 creò per prima cosa le leggi razziali che non erano solo per gli ebrei ma anche per Rom, comunisti, omosessuali, Testimoni di Geova e popolazioni slave Successivamente furono creati i campi di concentramento – anche chiamati campi di sterminio o di deportazione – erano luoghi in cui le persone venivano incarcerate senza il bisogno di osservare le norme di arresto e di custodia. Poteva trattarsi di campi di lavoro, campi per prigionieri di guerra, campi di transito dove venivano raccolti prigionieri in attesa di essere spostati. Alcuni di questi campi di concentramento, o alcune parti, vennero convertiti in campi di sterminio, dotati delle strutture necessarie per uccidere i prigionieri in modo sistematico e massificato.