di Edoardo Brocanelli (IC) – Nonno Eugenio Ricciotti mi racconta sempre che la Seconda guerra mondiale se la ricorda molto bene, perché nella zona dove viveva lui c’era una centrale elettrica che i tedeschi fecero saltare in aria, così con la sua famiglia si rifugiò per un po’ vicino al fiume, mentre ricostruivano la parte distrutta. Poco tempo dopo i tedeschi uccisero due persone sul monte Murano di Serra San Quirico (AN), fucilandole. Nel periodo 1942-43 vennero nel suo paese dei fascisti da Jesi per aiutare i tedeschi a combattere i partigiani che si ritirarono verso Serra Alta, zona più sicura dove né i fascisti né i tedeschi riuscirono ad arrivare. Ancora oggi nonno conserva la tessera dell’ANPI (Associazione nazionale dei partigiani italiani), fin da quando aveva quattordici anni. Racconta anche che quando frequentava le medie a Fabriano a scuola non era come oggi, perché bisognava indossare le divise fasciste dei giovani italiani per entrambi i sessi, maschile e femminile.