di Giorgia Palatella – La Cina ha inaugurato il ponte Hong Kong-Zhuhai-Macao, il più lungo al mondo sul mare con i suoi 55 chilometri compresi 6 chilometri di tunnel sottomarino e due isole artificiali per gli snodi. La struttura doveva essere pronta già nel 2016 ma i lavori hanno subito notevoli ritardi. Un progetto chiave per la Cina che sta realizzando la più grande area portuale nella parte meridionale del paese e che coinvolgerà 11 città e 68 milioni di persone. I promotori del progetto sono certi che il ponte ridurrà ai tempi di viaggio tra le diverse metropoli da 4 ore a circa 40 minuti rendendo più agili gli spostamenti per pendolari e visitatori ma per percorrerlo servirà un permesso speciale. Gli architetti che l’hanno disegnato si sono impegnati per farlo bello, oltre che solido: i pilastri sono di tre tipi, a forma di vela di nave, a fiocco, a delfino. E il percorso non è rettilineo ma sinuoso, con curve che ricordano un dragone e che dovrebbero anche aiutare gli automobilisti a non annoiarsi nell’attraversamento. Ma il ponte è molto più di una meraviglia dell’ingegneria: è una super-infrastruttura con scopi politici ed economici, collega Hong Kong e Macao, che sono ancora regioni ad amministrazione speciale dotate di un alto grado di autonomia, con Zhuhai che è una città della Cina continentale. Dal punto di vista macroeconomico, Hong Kong e Macao grazie al ponte entrano nel Guangdong. Secondo i pianificatori di Pechino questo agglomerato sarà capace di eguagliare e superare le grandi aree di New York, San Francisco, Tokyo. Sommati, i Pil di Hong Kong con la sua forza di piazza finanziaria, Macao, capitale mondiale del gioco d’azzardo, Zhuhai, Shenzhen con la sua alta tecnologia, Guangzhou fabbrica manifatturiera del mondo, oggi hanno un Pil da 1.500 miliardi di dollari che, secondo uno studio della banca Hsbc, potrebbe quasi raddoppiare fino a 2.800 miliardi entro il 2025, grazie all’integrazione.