Il pianoforte è uno strumento a corde percosse nato in Italia da Bartolomeo Cristofori nel XVIII secolo.
Il pianoforte si è evoluto da clavicembalo, clavicordo e fortepiano e dal pianoforte si sono evoluti tastiera, sintetizzatore, continuum e pianoforte elettrico.
Il pianoforte è formato da 88 tasti: 52 bianchi e 36 neri disposti a formare 8 ottave e 264 corde.
Il pianoforte può essere verticale/a muro o orizzontale/a coda.
Nel pianoforte ci sono 3 pedali, quello destro per alzare gli smorzatori, quindi per permettere ai suoni di vibrare, il sinistro ad avvicinare i martelletti alla cordiera e il centrale nel pianoforte a muro serve a far scendere una striscia di feltro e abbassare i suoni, in quello a coda a mantenere il suono alzando lo smorzatore. Il pedale del forte si indica con “ped”. Il tempo è ben definito (u-no, du-e, tre-e, qua-ttro). Le note sono Do, Re, Mi, Fa, Sol, La, Si con propri simboli. In America le note sono: A=la, B=si, C=do, D=re, E=mi, F=fa, G=sol.
Esse sono formate da testa, gambetta e coda (dipende da quale figura stiamo trattando)
Le note o simboli si scrivono sul pentagramma nelle linee e negli spazi. I tagli addizionali permettono di scrivere le note non nel pentagramma. Il pentagramma è il foglio dove si scrivono le note. Si usano la chiave di basso e la chiave di violino. La chiave di violino/di sol si comincia a scrivere sul rigo del sol. Invece la chiave di basso/di fa si comincia a scrivere sul rigo del fa.
Il rigo sopra del pentagramma è dedicato alla mano destra.
Il rigo sotto del pentagramma è dedicato alla mano sinistra.
Nella parte destra della tastiera ci sono i suoni acuti, in quella sinistra i suoni gravi.
I tasti neri sono chiamati semitoni.
L’ottava è un insieme di 12 tasti: 5 neri e 7 bianchi.
I tasti sono disposti in questa maniera: ogni 7 tasti bianchi ce ne sono 5 neri; ogni 3 tasti bianchi ce ne sono 2 neri; ogni 4 tasti bianchi ce ne sono 3 neri.
I tasti neri sono chiamati:
-diesis: indicati con il cancelletto e alzano la nota di un semitono.
-Bemolli: il loro effetto dura fino alla fine della battuta, sono indicati con la b minuscola e abbassano la nota di un semitono. Solo il bequadro ferma l’effetto del bemolle.
Cari lettori, ho espresso quasi tutto quello che so su questo meraviglioso strumento, spero di avervi incuriositi… perché c’è tanto altro da sapere… Alla prossima!