Attimonelli M., Leonetti N., Matuka L., Scamarcio T., Sinisi M., 1^B
Grazie a una riflessione sull’alimentazione e gli sprechi alimentari legata all’Educazione Civica, abbiamo ricercato gli alimenti tipici del nostro territorio nel passato, imparando a non sprecare il cibo e a non dipendere dai prodotti industriali ricchi di zuccheri, grassi e conservanti.
I prodotti fatti in casa sono più genuini, senza involucro di plastica e più economici. In passato il cibo veniva prodotto in casa con ingredienti sani a km zero e senza confezione. Oggi, oltre al cibo si paga anche la busta e tutti i passaggi industriali e commerciali che fanno aumentare i prezzi, oltre alla contaminazione dovuta ad ingredienti chimici come coloranti, aromi e conservanti. Prima non esistevano brioches, biscotti o la tanto amata crema alle nocciole. L’elemento principale era il pane, base essenziale dell’alimentazione di un tempo. Il pane era presente in tutti i pasti della giornata. Per colazione si poteva mangiare la zuppetta di latte caldo e pane, il pane condito con pomodori, olio e sale, il con pane olio e limone o pane e zucchero. I contadini, la mattina presto, quando si raccoglievano le olive, le strofinavano sul pane. O ancora, il latte fresco veniva scaldato per essere pastorizzato e il grasso che saliva a galla, cioè la panna, veniva spalmato sul pane. Altre pietanze che avevano come protagonista il pane erano: il pane cotto con le cime di rape e olio crudo, oppure il pane raffermo con legumi e verdure selvatiche, l’acqua sale ( con pomodori al filo, aglio, origano, acqua, olio e sale); il pane più duro si abbrustoliva e poi veniva grattugiato e con il pangrattato si facevano le polpette e le frittelle.
Dunque, il pane era come un alimento sacro, non si buttava mai e se cadeva un pezzetto a terra, veniva baciato prima di essere scartato, a meno che non si decideva di darlo in pasto agli animali…insomma il pane non veniva assolutamente buttato via!