La nostra società oggi è molto tecnologica, perché le grandi industrie hanno catene di montaggio di dimensioni enormi, capaci di produrre oggetti in serie e in quantità colossali. Questo, forse, consente di avere prezzi abbordabili e competitivi, ma ciò non impedisce a bravissimi artigiani di creare pezzi originali, prodotti manualmente con grande abilità in vari settori: ceramica, vetro, alimenti, oggettistica ed anche…….. la carta!!!!! Abbiamo avuto modo, il 29 marzo c.a. con il viaggio d’ istruzione organizzato dalla nostra scuola, di visitare il “Museo della carta e della filigrana”, a Fabriano in provincia di Ancona, dove abbiamo constatato che, ancora oggi, si riesce a fabbricare la carta a mano. Fabriano, infatti, è una delle pochissime città al mondo che riesce a tenere viva una tradizione pluricentenaria. Al nostro arrivo siamo stati accolti da una “guida”, una signora molto professionale e comunicativa, che ci ha illustrato la storia della carta e le attività che si svolgono nella cartiera. Abbiamo scoperto che la carta nacque in Cina nel 105 d.C., in seguito gli Arabi impararono il metodo di lavorazione cinese e lo diffusero poi a Fabriano nel XIII secolo. Fino al 1500 quest’attività portò ricchezza e splendore alle città perché la qualità della carta prodotta crebbe sempre di più, e, pian piano, la carta Fabriano sostituì la pergamena (più costosa e rara) in tutti e 8 i suoi usi, anche nelle documentazioni ufficiali. Il successo della produzione fu dovuta principalmente a 3 grosse innovazioni rispetto alla tradizionale tecnica araba: l’uso della pila idraulica a magli multipli, che fu la prima forma di meccanizzazione dell’industria cartaria; la collatura con gelatina animale, che dà resistenza al foglio; l’invenzione del” segno” divenuto poi FILIGRANA che consiste nel dare al foglio di carta un segno di riconoscimento, un marchio di fabbrica”. L’esperienza più bella e divertente, all’ interno del museo, è stata quella di partecipare ad un laboratorio, in cui abbiamo avuto modo di imparare le fasi di produzione artigianale della carta, grazie all’ aiuto di un mastro-cartaio”. Ci hanno divisi in due gruppi composti appunto dagli alunni della terza A e della terza B della nostra scuola secondaria di primo grado “Gabriele D’ Annunzio”. La prima ad iniziare l’attività è stata la mia classe, la terza B, con le nostre insegnanti di lettere e tecnologia, con entusiasmo e grande curiosità. La cellulosa era già stata preparata con cotone, canapa, lino, coloranti speciali, immersi in acqua (che deve essere 3 volte superiore alla quantità delle varie materie prime). Qui è iniziata la nostra impresa! Guidati dal “mastro-cartaio”, abbiamo immerso le mani in una specie di telaio con una cela a “grata” finissima, estraendo una quantità di pasta, distribuendola uniformemente sulla tela. Non appena si è formato il foglio, si è lasciato scolare l’acqua e poi si è adagiato il telaio su uno straccio di lana facendo pian piano staccare il foglio dalla tela. Il “mastro-cartaio” ha formato una pila e poi ha messo i fogli sotto una pressa. Questa operazione ha ridotto il contenuto di acqua a circa il 50%, così da riuscire a distaccare i fogli. Infine, azionando una “ruota”, si è completata l’asciugatura. Noi abbiamo terminato le operazioni di questa fase con grande emozione, ma sappiamo anche che per la produzione vera e propria ci sono ancora altre tappe, come la collatura ecc. I preziosi fogli che escono dal reparto “tini” vengono utilizzati per edizioni di pregio, di segno artistico e stampe d’ arte, corrispondenza, partecipazioni, diplomi di lauree, buoni del tesoro. Quelle di Fabriano erano tra le pochissime cartiere autorizzate dalla Banca Centrale Europea a produrre la carta per le banconote in Euro. La nostra permanenza nel museo è durata circa due ore, e verso le 12:30 ci siamo diretti a Castelletta, un borgo in provincia di Ancona, a 610m sul livello del mare, raggiungibile da una strada ripida e piena di curve. Dopo circa un’ora e mezza di viaggio un po’ avventuroso in autobus, abbiamo raggiunto il paesino che in inverno conta 30 abitanti, percorrendo a piedi circa un chilometro e mezzo. Lì, dopo il pranzo al sacco, ci siamo diretti al “Planetario “, dove abbiamo avuto modo di approfondire delle nozioni di astronomia e geografia. Abbiamo inoltre creato in “laboratorio” un mini proiettore di costellazioni con materiali di recupero come la carta igienica. il risultato è stato un oggetto che, con la luce del telefonino, proiettava le immagini disegnate da noi. Ognuno ha portato via, con sé, la propria creazione. Il viaggio d’ istruzione si è concluso alle 21:00 con il ritorno a San Vito, un po’ stanchi, ma soddisfatti specie per l’esperienza vissuta a Fabriano.