— di Lucrezia Avitabile della II B
Il gioco degli scacchi è detto anche “nobil giuoco”.
La parola scacchi deriva dal provenzale e catalano antico “escac” che a sua volta deriva dal persiano Shah, che significa Re.
E’ un gioco di strategia che ha come obiettivo lo “scacco matto”, dal persiano Shah mat, ovvero “il re è morto”, infatti è la mossa finale di un giocatore, che attaccando il re avversario, lo rende prigioniero e vince la partita.
Gli scacchi sono un gioco e uno sport che tutti possono praticare divertendosi e sono anche molto utili nell’età scolare, perchè aiutano il bambino a sviluppare la mente, la personalità e il comportamento sociale
Nel 2012 la Comunità Europea ha approvato l’insegnamento degli scacchi nelle scuole ed in alcuni Paesi,come Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna, sono già da alcuni anni materia scolastica obbligatoria, perchè si ritiene che allenano la mente, aumentando le capacità logiche, la memoria e la concentrazione e quindi anche il rendimento scolastico.
In Italia nel 2008 c’è stato un protocollo tra il Ministero dell’Istruzione e la Federazione Scacchistica per introdurre gli scacchi come materia scolastica e nel 2013 il nostro governo si è impegnato a promuovere gli scacchi a scuola e a destinare risorse a favore degli istituti che aderiscono a tale programma, ma attualmente nelle scuole italiane è ancora materia integrativa o extracurricolare a partire dalla seconda elementare fino alla terza media.
Il Comitato Olimpico Internazionale ed il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) hanno riconosciuto gli scacchi come una disciplina sportiva vera e propria, favorendo così negli ultimi anni la diffusione di questo “sport” tra i bambini ed i giovani, anche a livello agonistico. In Italia i bambini ed i ragazzi, oltre a poter giocare nei tornei assoluti provinciali e regionali, hanno un loro campionato italiano giovanile annuale diviso in categorie dagli 8 ai 16 anni (Under 8, Under 10, Under 12, Under 14 ed Under 16 ), organizzato dalla FSI (Federazione Scacchistica Italiana).
In genere il campionato giovanile italiano si disputa nei mesi estivi, quando i giovani scacchisti non hanno impegni scolastici, quest’anno si terrà ad Acqui Terme (AL) dal 29 giugno al 6 luglio.
Gli scacchi hanno una storia antica e sono praticati, sia come attività ricreativa che a livello agonistico, soprattutto in Russia,Ucraina,Azerbaigian,USA,India, Cina ed in Italia.
Le origini del “nobil giuoco” sono incerte, tuttavia grazie alla letteratura antica è stato possibile individuare la presenza di un gioco simile agli scacchi nel VI d.c. in India. In India si utilizzava una scacchiera di 64 caselle, come quella odierna ed il gioco prendeva il nome dal tipo di pezzi usati, infatti si chiamava “chaturanga” che significa diviso in quattro, poiché c’erano quattro tipi di pezzi che ricordavano le armate dell’esercito: fanteria, cavalleria, carri ed elefanti. Il gioco rappresentava infatti una battaglia tra due eserciti.
Dall’India grazie ai mercanti giunse in Persia nel 550 d.c.
Vi sono molti documenti che citano questo gioco chiamato “chatrang”. Dall’India si diffuse anche in Cina, Giappone, Corea dove però gli scacchi si sono evoluti diversamente dal mondo occidentale.
Nel 700 d.c. gli scacchi si diffusero nel mondo arabo-islamico con il nome di “shatranij”.
Gli Arabi divennero giocatori accaniti, non solo i Califfi e i loro figli giocavano a scacchi, ma anche le principesse. Esiste infatti una leggenda che narra di una principessa di nome Dilaram, moglie favorita del Gran Visir Murwadi, il quale – avendo perso una fortuna a scacchi – decise di scommettere in una partita tutto ciò che gli rimaneva compresa Dilaram. Murwadi, giocatore piuttosto mediocre, stava per perdere, quando la principessa gli sussurrò all’orecchio una sequenza di mosse facendogli vincere la partita.
Nel 1000 d.c. gli arabi -attraverso il Mar Mediterraneo- portarono il gioco in Italia ed in Spagna e poi, dalì, si diffuse nell’intero continente.
La scacchiera, come la conosciamo oggi – con un re, una regina, due alfieri, due cavalli, due torri ed otto pedoni – è la rappresentazione di una corte medievale e possiamo notare che i pezzi cambiano a secondo dei diversi aspetti della vita di corte nelle diverse culture, ad esempio il pezzo che in Italia è l’ Alfiere, negli scacchi indiani è l’Elefante, nei paesi di lingua Inglese è il Vescovo e in quelli di lingua Francese è il Giullare.
Il gioco continuò ad evolversi dal XV fino al XIX secolo, quando il regolamento raggiunse la sua forma moderna ed in Italia iniziarono a nascere circoli ed associazioni. Fino a quel momento gli scacchisti si riunivano in case di nobili per giocare e discutere di scacchi.
In Italia la FSI si costituì a Varese nel 1920 e fu indetto il campionato italiano, la cui prima edizione fu vinta da un napoletano Davide Marotti.
Nel 1924 venne fondata a Parigi (Francia) la FIDE (Federazione Internazionale di Scacchi) con il compito di organizzare il Campionato mondiale di scacchi, che si disputa ogni tre anni e le Olimpiadi degli scacchi, un campionalto mondiale a squadre nazionali, che si disputa ogni due anni.
Tra i più famosi campioni del mondo ricordiamo i russi Garry Kasparov e Anatolij Karpov, l’attuale è il norvegese Magnus Carlsen di 27 anni.
Nella realtà scacchistica giovanile c’è un nostro coetano, Claudio Paduano, un ragazzo napoletano di Torre Annunziata, che è stato pluricampione italiano ed ha partecipato ai campionati giovanili europei e mondiali.
Davvero un bellissimo esempio per tutti noi ragazzi!
Che dite,vogliamo imparare anche noi?