Da sempre la cultura è un fattore essenziale per la crescita e lo sviluppo delle civiltà, e di certo i principali luoghi di cultura sono i musei, in tutte le loro possibili varianti a seconda di ciò che custodiscono e espongono. Se pensiamo alle grandi gallerie d’arte e pinacoteche, certamente a Barcellona Pozzo di Gotto non ve ne sono, ma non per questo, nel suo piccolo, la nostra cittadina non offre esposizioni artistiche e raccolte di oggetti storici di una certa importanza. Senza soffermarsi sui musei che espongono opere artistiche, soprattutto moderne – come il Museo dell’Epicentro” nella frazione di Gala con le sue “mattonelle” e il Museo Didattico “Foscolo” dedicato alle incisioni – sul territorio barcellonese troviamo ben due musei etno-storici e etno-antropologici, tra loro simili ma al tempo stesso diversi: il “Parco Museo Jalari” e il Museo “Nello Cassata”. Mentre il primo fonde memoria storica e territorio, in ambito etno-antropologico il secondo è considerato uno dei più importanti a livello nazionale. Dedicato al poeta e storico barcellonese Nello Cassata, il Museo si trova in contrada Manno, in quella che un tempo era la residenza di campagna della famiglia Cassata e si colloca in due edifici, di cui uno su due piani, e nell’ampio giardino ricco di piante di varie specie. Nei locali a disposizione sono state, in particolare, ricreate ben quarantacinque antiche botteghe di arti e mestieri che contano oltre 20mila reperti originali, tutti catalogati e vincolati dalla “Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Messina”, manufatti e oggetti che sono andati ad aggiungersi all’originaria collezione di cucchiai d’osso che l’avvocato Cassata cominciò a mettere insieme verso la metà del ‘900. Aperto al pubblico solo intorno al 1995 e passato poi alla direzione del figlio, l’avvocato Franco Cassata, oggi il Museo è una società privata onlus gestita dall’”Istituto Europeo d’Etnologia “Oikos”. Nei locali i manufatti storici sono esposti in base alla propria tipologia, quantità e qualità. Sono quindi in mostra numerosi arredi agricoli, come una collezione di aratri antichi, o una macchina per la semina; una parte della collezione è anche riservata agli strumenti navali, mentre un’altra è dedicata a qualche fonografo musicale. Vi è poi la bottega del cerusico-dentista, quella della sarta, quella della ricamatrice e di ogni altro antico mestiere. Inoltre, in un settore, sono conservati anche dei calcolatori meccanici a dodici cifre, macchine da scrivere e dittografi di varia epoca. In particolare va sottolineata l’importante presenza, tra i vari reperti, anche di una rara “Chansona e danser”, una macchina musicale costruita a fine Ottocento dal francese Folliot e proveniente da Verdun, destinata all’uso nei “Cafè chantant. A questa si aggiungono anche una raccolta d’epoca di manoscritti musicali e molti strumenti, anche rari, tra cui una “viola d’amore”, trombe, tromboni e una fisarmonica con intarsi in bachelite. Quasi impossibile però elencare in dettaglio ciò che, con ricchezza e varietà, le botteghe artigianali e gli ambienti del Museo “Nello Cassata” espongono ai visitatori. E il giardino circostante non è meno ricco di rarità botaniche tipiche del territorio. All’interno della struttura è presente, inoltre, un laboratorio di restauro, giornalmente attivo, che svolge e programma delle attività di catalogazione e organizza visite, anche didattiche per le scuole, e convegni di studio. Pur essendo un museo non pubblico, quindi, per la città di Barcellona Pozzo di Gotto è sicuramente molto importante la presenza di questo centro espositivo etnoantropologico sul suo territorio per l’apporto culturale e storico che esso offre ai turisti e, soprattutto, alle giovani generazioni spesso totalmente all’oscuro dei processi produttivi e degli stili di vita del secolo scorso.
Mattia Scarpaci