di Giulia Perrone
E’ il mio posto del cuore ed è sempre lo stesso…
Da quando ho memoria, ogni lacrima, ogni risata, ogni pensiero difficile l’ho affrontato lì.
Piccola piccola mi arrampicavo sull’altalena appesa al grande pino, i piedi non arrivavano a terra e il dondolio dolce e lento faceva sparire tutte le mie malinconie, magari solo la tristezza per un gioco non concesso o per un rimprovero un po’secco.
È la mia nicchia, il luogo in cui mi sento sicura e protetta, irraggiungibile da tutto e da tutti. È lì che ho imparato a darmi la spinta per andare avanti veloce come il vento, perché giocare sull’altalena è un po’ la metafora della vita. Quando sei piccola è difficile dondolare da sola, chiedi sempre aiuto a qualcuno che ti dia una bella spinta;quando cresci, anche se non c’è nessuno che possa spingerti, riesci a farlo da sola e più ti impegni con foga e più arrivi in alto, inebriata e felice.
Quando alzo lo sguardo, vedo nel cielo tutti i sentimenti e le emozioni condivise con la mia altalena; è strano pensare quanto le cose semplici ci possano fare stare bene e possano darci delle lezioni di vita. È il posto in cui mi reco quando sono infuriata con tutti e lì, prendendo la rincorsa, parto in un viaggio al fianco del vento e scarico tutta le energie negative.
Oggi è ancora così. Quando ho pensieri che mi frullano per la testa, esco e mi dirigo lì. Estate o inverno, sole o vento, caldo o freddo. Mi siedo e inizia quel cullare dolce e monotono che allenta le tensioni, libera la mente e il cuore e mi permette di vedere le cose per quelle che sono e non filtrate dalle emozioni impetuose che vivo. In fondo sono un’adolescente, ed è naturale provare emozioni estreme.
Ora siamo in piena pandemia, a scuola siamo distanti, il sorriso nascosto da una mascherina…gli amici possiamo sentirli solo al telefono…i nonni nemmeno a parlarne, è troppo pericoloso, i genitori sono in smart working.
Per fortuna ho questo luogo del cuore, che mi fa stare bene, che è sempre lì che mi aspetta, che non mi deluderà mai.