Di Mattia Alicino – classe II sez. H
Nel corso di quest’anno scolastico, durante una fredda primavera, è arrivata a scaldarci la Poesia. Non è stato di certo questo il nostro primo incontro, ma è stato un riscoprirsi, osservarsi e poi vedersi con occhi diversi. Questo percorso l’ho potuto fare grazie alla professoressa Ciani e alla professoressa Colasanto. Abbiamo guardato tutti insieme come il professor Keating nel film “L’attimo fuggente” cerca di spiegare ai suoi ragazzi che cos’è la poesia.” Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino, noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita”. Abbiamo riflettuto su cosa rappresentasse la poesia per noi ed io ho pensato che la poesia è un viaggio che ognuno fa dentro di sé e poi lo racconta agli altri, cercando di parlare al loro cuore. Avevo avuto come compito quello di comporre alcuni versi utilizzando le parole mare, conchiglia, gioia, sabbia, azzurro, ho chiuso gli occhi ed è stato in quel momento che è cominciato il mio viaggio. Ho preso la penna ed ho scritto di getto tutto quello che sentivo ed è stato come se i miei pensieri, le mie emozioni stessero prendendo forma e più scrivevo, più sentivo il desiderio di scrivere, mi sentivo libero. Ho composto la mia poesia “E finalmente… il mare”. Il lavoro svolto doveva essere accompagnato da un disegno e grazie a quello che ho imparato con il professor Maniello, ho cercato delle immagini che potessero ben rappresentarlo, così ho disegnato una clessidra e una mano che stringe la sabbia. La clessidra rappresenta il tempo, quel tempo che mi era parso interminabile, perso, quasi sospeso, lontano dal mare, ma non appena mi sono ritrovato lì e sentivo la sabbia lentamente abbandonare la mia mano, proprio come quella contenuta nella clessidra, ho capito che il tempo trascorso non era stato sprecato, anzi, aveva aumentato in me il desiderio, di apprezzare ogni singolo momento, ogni più piccola cosa, come quella conchiglietta che era rimasta nella mia mano.