Può esserci una relazione tra numeri, messi in fila l’uno dopo l’altro? Ebbene sì: lo abbiamo scoperto con la successione di Fibonacci. Leonardo Pisano, “figlio Bonacci”, matematico pisano del sec. XII, visse ad Algeri, viaggiò in Siria, in Egitto, in Grecia, conoscendo i più importanti matematici del tempo ed apprendendo i principi dell’algebra. Da questi contatti nacque la sua opera fondamentale: il Liber Abaci. Veniva introdotto lo zero (dall’arabo zefiro, soffio di vento), sconosciuto sia agli antichi greci che ai romani.
La successione di Fibonacci nacque da un problema proposto nel 1223 da Federico II di Svevia: quante coppie di conigli si ottengono in un anno, supponendo che ciascuna dia alla luce un’altra coppia ogni mese e che le coppie più giovani siano in grado di riprodursi già al secondo mese di vita? Fibonacci diede una risposta così rapida al test, che qualcuno pensò male: 1,2,3,5,8,13,21,34,51,89,144…: ogni termine, tranne i primi 2, è la somma dei due che lo precedono. In molte forme naturali tale sequenza permette di organizzare la crescita nella maniera più efficiente: una pigna contiene il maggior numero possibile di semi; se parliamo di piante a foglie stratificate, questi numeri permettono un’organizzazione ottimale dello spazio: le piante crescono in modo da ottenere la maggior quantità di luce per ogni foglia. I gigli hanno 3 petali, i ranuncoli 5, i delphinia 8, i tageti 13, gli astri 21, i girasoli 34, e così via… Ma la sequenza di Fibonacci è utilizzata anche come sistema di scommesse per roulette o Black Jack. La si ritrova nella musica, nell’arte, nell’informatica, in molti giochi matematici… Regola il nostro mondo!
Classe 1^C con gli alunni Cristiano Castellaneta, Gabriele Damaso, Vincenzo Mirizzi, Giosuè Netti, Francesco Roberto.