di Fabiola Napolitano
“A coloro che hanno sentito la vita ancor prima di poterla sentire. Ai figli di un tempo, che il tempo non ha potuto ferire”.E’ così che Ermal Meta, cantante, autore e produttore albanese naturalizzato italiano, inizia il suo esordio letterario intitolato “Domani e per sempre” ed è proprio dalle sue origini che sceglie di iniziare: l’Albania, un paese con una storia tanto delicata quanto spesso dimenticata. E’ l’inverno del 1943 e nell’Europa scossa dalla seconda guerra mondiale, l’Albania subisce l’occupazione tedesca. La storia è raccontata attraverso gli occhi di un bambino di sette anni, Kajan, che vivendo nel piccolo villaggio col nonno, poiché i genitori sono sulle montagne a combattere contro i nazisti, pone una domanda semplice e atroce al contempo: “Nonno, dov’è la guerra? Ai miei genitori interessa e per questo non sono qui?”Gli anni passano e Kajan conosce Cornelius, un tedesco dal passato misterioso che segnerà la vita del protagonista insegnandogli a conoscere la magia del pianoforte per possedere la musica. Alla fine della guerra la vita di Kajan sembra percorrere risvolti positivi diventando un talentuoso pianista nell’Albania segnata da una dittatura comunista. Ciò che Kajan non ancora sa è che la guerra non si è conclusa, ma ha semplicemente un nuovo nemico da combattere: “il popolo stesso”, “coloro che sapevano di più, che immaginavamo più degli altri”, poiché sapere era pericoloso, il libero pensiero era sovversivo. Quello di Kajan sarà un lungo viaggio che lo porterà in Germania, negli Stati Uniti per poi tonare in patria, cadere e rialzarsi di nuovo. Domani e per sempre. Quello di Ermal Meta è un libro storico, che non parla solo di storia. E’ un libro a tratti atroce, ma lo stile di Ermal riesce ad essere scorrevole e soffice senza mai sfociare nella pesantezza, proprio come fa nelle sue canzoni.E’ un libro completamente attuale, un lungo viaggio che non è tanto distante dalla realtà. E’ una storia di guerra, ma soprattutto di speranza, perché suoneremo, domani e per sempre.
“Non mi avete fatto niente, non avete avuto niente
Perché tutto va oltre le vostre inutili guerre”