Perché la festa della donna?
La festa della donna, soprattutto negli ultimi anni è diventata l’occasione per rilanciare le manifestazioni contro la violenza sulle donne e contro i femminicidi.
Perché proprio l’otto marzo si festeggia la donna?
L’episodio che spesso si racconta per spiegare l’origine e il motivo per cui la Festa della Donna si festeggia l’8 marzo è legato a un tragico evento accaduto a New York. L’8 marzo 1911 un incendio improvviso divampato in una fabbrica di camicie causò la morte di 134 operaie intrappolate tra le sbarre.
I fatti che però hanno portato alla nascita della festa della donna sono legati alla rivendicazione dei diritti delle donne, tra i quali il diritto al voto. Nel 1908 la socialista Corinne Brown, dichiarò che nessuno aveva il diritto di dettare alle donne socialiste come e con chi lavorare per la propria liberazione. Il 3 maggio la Brown presiedette la conferenza del partito socialista a Chicago, ribattezzata “Woman’s Day”. Alla fine del 1908 il Partito socialista americano decise di dedicare l’ultima domenica del febbraio 1909 all’organizzazione di una manifestazione per il voto alle donne e un paio di anni dopo si decise di istituire una giornata internazionale dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne.
Quali sono le donne che hanno fatto la storia? Nel corso dei secoli sono state tantissime le protagoniste femminili che hanno rivoluzionato il mondo, nel campo della politica, della letteratura, della scienza:
MARIE CURIE:
Vissuta tra il 1867 e il 1934, Marie Curie ha avuto un ruolo di prim’ordine nel campo della fisica e della chimica, studiando fin da giovanissima le sostanze radioattive. Il suo impegno la portò a diventare la prima insegnante donna della Sorbona. A Marie Curie attribuiamo la scoperta del polonio (così chiamato proprio in onore della Polonia, la sua terra) e il radio.
Fu l’unica donna al mondo a vincere due Nobel, in due campi diversi: il Nobel per la Fisica nel 1903 e per la Chimica nel 1911.
RITA LEVI MONTALCINI:
A Rita Levi Montalcini dobbiamo la scoperta e l’identificazione del fattore di accrescimento della fibra nervosa, per la quale ha vinto il premio Nobel per la medicina.
GIOVANNA D’ARCO:
Vissuta nel 1400, in piena guerra del cent’anni, la giovanissima Giovanna riuscì a convincere il principe Carlo di Valois di essere stata scelta da Dio per guidare l’esercito francese alla vittoria, e così fu. Giovanna D’Arco, Patrona di Francia, è un vero e proprio simbolo di libertà e giustizia, protagonista della cultura popolare.
MALALA YOUSAFZAI:
A soli 17 anni, Malala ha ricevuto il premio Nobel per la pace, grazie al suo coraggioso impegno per il diritto all’istruzione, negato alle donne del Pakistan, suo paese di origine, da un editto dei talebani.
Nel 2012, mentre tornava a casa da scuola, un uomo le ha sparato alla testa, ma è riuscita a sopravvivere, dopo essere stata curata in Inghilterra. Nonostante le continue minacce, Malala continua a portare avanti la sua battaglia con tenacia, affinché il diritto all’istruzione diventi davvero universale.
POI CI SONO DONNE MOLTO IMPORTANTI E CHE SI SONO DISTINTE NOTEVOLMENTE AL GOVERNO
Erna Solberg è a capo del governo norvegese dal 2013 ed è chiamata la “Angela Merkel della Norvegia”, è leader del partito conservatore e si occupa spesso di diritti femminili anche se vorrebbe leggi più restrittive per l’aborto.
In Germania, invece, Angela Merkel è ormai un’istituzione: sono 15 anni che la Cancelliera è al governo e negli ultimi anni ha saputo dimostrare una leadership ferma e la capacità di prendere decisioni scomode senza mai tirarsi indietro.
Poi ci sono Mette Frederiksen Prima Ministra della Danimarca (spesso criticata per le sue posizioni molto dure contro l’immigrazione) e Katrìn Jakobsdottir al governo dell’Islanda e dichiaratamente femminista e ambientalista.
Quante sono le donne in politica in Italia? Quante nel Governo, in Parlamento, nei comuni, nelle regioni, in Europa?
L’Italia ha avuto la prima donna ministro nel 1976 Tina Anselmi.
Nel 1994 prima donna presidente della camera Irene Pivetti.
Al oggi con il nuovo governo Draghi, ancora una volta le donne sono sottorappresentate. Su 23 ministri, solo 8 sono donne, un numero ancora lontano dalla parità di cui si era tanto parlato.
Per l’ennesima volta la metà della popolazione di questo Paese continua ad essere sottorappresentata.
Le donne hanno sempre dovuto lottare doppiamente. Hanno sempre dovuto portare due pesi, quello privato e quello sociale. Le donne sono la colonna vertebrale della società.
Rita Levi Montalcini.