di Mario D’Onofrio – 5^E –
La tecnologia, ormai, fa parte della nostra quotidianità. Le nuove generazioni, infatti, sono sempre più legate a smartphone, computer e videogiochi. Tuttavia, ciò non è del tutto positivo, perché sono molti i giovani che scambiano la vita virtuale con quella reale, limitando i contatti sociali e le normali interazioni che dovrebbero esserci nell’infanzia e nell’adolescenza di ognuno di noi. All’inizio del suo sviluppo, la tecnologia era come una lingua straniera e per padroneggiarla bisognava almeno avere un minimo di competenze per quanto riguarda le più importanti componenti, quali tastiera, mouse, display e conoscere il loro funzionamento. Oggi, stiamo vivendo un passaggio epocale dalla fantascienza alla scienza: se prima una conversazione con un robot era un’utopia realizzabile solo in Star Trek, ora ciò è possibile e alla portata di tutti. La causa principale è che la tecnologia, a seguito dello sviluppo degli ultimi anni, ha imparato a parlare letteralmente la nostra lingua e comunicare con le macchine non è difficile come un tempo. È anche per questo che i bambini d’oggi “nascono” con la tecnologia tra le mani, imparando ad usarla sin dalla tenerissima età, infatti li chiamiamo “nativi digitali”. La società Apple già dal 2011 ha lanciato negli iPhone “Siri”, un assistente vocale capace di capire ciò che diciamo, di rispondere in modo coerente alle nostre domanda e di ubbidire ai comandi da noi impartiti. Poco dopo, l’assistente vocale è comparso anche in Microsoft con il nome “Cortana”. La novità è la graduale perdita di virtualità della tecnologia e il suo legame reale con le persone. È possibile trovare tali assistenti vocali anche in televisori, lavatrici e tapparelle all’avanguardia e le più grandi società automobilistiche progettano le cosiddette autovetture del futuro capaci di interagire direttamente con i passeggeri. Quando tale obiettivo sarà raggiunto, le auto dotate di volante faranno solo parte del passato. Arriverà presto il giorno in cui l’intelligenza artificiale sarà ovunque, a casa, in ufficio e, magari, anche sui mezzi di trasporto. Ovviamente, questo sviluppo tecnologico agevola la nostra vita: non serve più alzarsi dal letto per spegnere il condizionatore, ma è sufficiente chiederglielo direttamente, oppure basta attivare l’assistente vocale del proprio smartphone e conoscere il meteo piuttosto che accendere la TV o navigare in internet. Purtroppo, ci sono anche importanti fattori negativi da prendere in considerazione. A proposito, un articolo di Forber afferma: << Si dà alle società l’opportunità di ascoltare i loro clienti >>. Potenzialmente, infatti, le nostre conversazioni con l’assistente vocale potrebbero essere ascoltate ed usate per venderci prodotti attraverso pubblicità, dette “pubblicità personalizzate”, create in base a prodotti di cui abbiamo parlato con i nostri familiari, come spesso succede con i banner che pullulano il nostro smartphone i quali,puntualmente, riflettono le nostre recenti ricerche effettuate su internet, vanificando lo stesso concetto della Privacy. Ciò che afferma la società americana non è certo, ma le strane coincidenze pubblicitarie ci fanno capire che è certamente un’eventualità possibile e da non escludere. La nuova tecnologia può quindi renderci estremamente vulnerabili, in quanto spesso contiene informazioni private sensibili e non è completamente sicura. È per questo che va usata con prudenza e buonsenso. Come spiega Pam Dixon, direttore esecutivo di World privacy forum, sarebbe meglio non utilizzarla per bloccare e sbloccare la serratura di una porta o affidare la propria vita ad un virtuale assistente domestico.