di Giorgia Di Pietro, 3E
Affacciata sull’Arno a due passi dalla basilica di Santa Croce, la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze si mostrava ai miei occhi imponente.
Entrai, e all’interno regnava un rigoroso silenzio; l’odore dei libri antichi pervadeva tutto l’ambiente e trasmetteva sensazioni uniche.
Guardai gli scaffali e con la mano sfiorai qualche libro antico per conservare nei miei ricordi anche la sensazione al tatto.
Ad un tratto una gemma incastonata in un libro attirò la mia attenzione: si trattava di una pietra blu dal colore intenso. Presi quel libro e mi diressi verso la zona lettura . Aprii il libro e magicamente le lettere presero vita, cominciarono a girare vorticosamente svelandomi un incomprensibile enigma: “Due avanti, due dietro, di nobili intenti, uno perso più avanti, un perfido nemico e alla conta dei morti, tre saranno i restanti”.
Mentre leggevo queste parole, il vortice mi catturò e persi i sensi.
Mi ritrovai in una città futuristica ed esattamente in un bellissimo ed imponente edificio dalle pareti di cristallo.
Fui avvicinata da due entità che mi condussero in una grande sala al cospetto di un giovane di nome Victor che mi chiese da quale epoca provenissi. In maniera confusa risposi che venivo dal 2020 e il giovane mi spiegò che ero giunta nell’anno 2100.
Le sue rivelazioni furono agghiaccianti. Mi parlò di una profezia: “L’onda chiara si fa rossa e il mondo è sotto tiro. Ma la speranza dei disperati è in una missione. Una guerriera del 2020 potrà riportarci la luce, oppure fallire. Due avanti, due dietro, di nobili intenti, uno perso più avanti, un perfido nemico e alla conta dei morti, tre saranno i restanti”.
Victor mi disse che bisognava annientare l’ammiraglio Blackstorm il quale, secondo la profezia, con la sua ciurma di pirati, avrebbe preso il controllo di una nave di ultima generazione e avrebbe pianificato la distruzione di tutti i dispositivi elettronici della Terra.
Victor mi presentò un ragazzo di nome Jack e ci imbarcammo, tutti e tre insieme, in questa avvincente avventura. Attraverso sofisticate strumentazioni e grazie alla preparazione del ragazzo, riuscimmo a scoprire il nascondiglio del perfido generale. Era situato in una tetra foresta, lo affrontammo e, dopo una difficile battaglia, lo sconfiggemmo definitivamente.
Stremati ma felici ci abbracciammo consapevoli che non ci saremmo mai più incontrati.
Era ormai tempo di tornare a casa, così, pronunciai le parole della profezia, come mi aveva raccomandato di fare Victor, e mi ritrovai nella bellissima biblioteca.