di Carla Fascetto (classe I^D) – Il mito di Persefone, figlia di Zeus, dio del cielo e della terra, e di Demetra, dea della fertilità e protettrice dei raccolti, è legato al lago di Pergusa. Secondo la leggenda Persefone (detta anche Kore) giocava nei pressi del lago quando fu rapita da Ade, dio del regno dei morti.
Dopo il rapimento Demetra cercò la figlia disperatamente ma invano per nove giorni finché Elio, Dio del sole, non le rivelò che Persefone era stata concessa in sposa da Zeus al dio del regno dei morti. La madre, quindi, andò a rifugiarsi nella città di Eleusi, dove divenne la nutrice del figlio della regina Metanira. Per reazione al dolore Demetra mandò sulla terra un’annata di carestia, durante la quale neanche un seme diede frutto. La dea giurò che il mondo sarebbe rimasto sterile fino a quando lei non avrebbe riavuto la figlia con sé.
Zeus cercò allora di rimediare alla situazione facendo sapere ad Ade che gli uomini non avrebbero più venerato alcun dio se Demetra non avesse più reso fertili i campi. Ade si decise così a rimandare Persefone dalla madre ma prima, con un tranello, le fece mangiare la melagrana, il cibo dei morti che l’avrebbe costretta a scendere di nuovo sottoterra. Così Zeus stabilì che Persefone avrebbe trascorso un terzo dell’anno insieme ad Ade nel regno dei morti e il resto con la madre Demetra sulla terra.
Questo mito ha lo scopo di spiegare agli uomini l’alternanza delle stagioni: quando Persefone sta con Demetra il mondo si riempie di frutti, fiori, profumi e colori; quando Persefone torna nel regno dei morti il mondo si spoglia di ogni cosa. L’alternanza delle stagioni, inoltre, può essere ritenuta una metafora della vita umana: la vita prosegue oltre la morte così come la natura rinasce dopo l’inverno.