di Edoardo Spedicato – #omaggioarodari #binomiofantastco #andratuttobene –
In un afoso pomeriggio d’ estate salentino, Marco e Andrea decisero di farsi un giretto al mercato delle pulci di un paese vicino. Mentre giravano spensierati tra le varie bancarelle, videro un vecchio zaino di cuoio muoversi. I due fratellini assaliti da un forte e improvviso stupore si guardarono in faccia e Marco, rivolgendosi ad Andrea, gli disse sottovoce: “Andrea, ma hai visto quello che ho visto io?!!!”.
“Porca paletta, Marco, siiiii, ho visto lo zainetto muoversi!!!”.
A quel punto i due bambini decisero di chiedere all’ ambulante il costo dello zainetto. Acquistato lo zainetto a pochi euro, si allontanarono velocemente dal mercatino facendo rientro al loro paese. I due fratellini scesero frettolosamente in cantina dove, con il cuore in gola, aprirono lentamente lo zainetto; una volta aperto, all’ interno trovarono una piccola statuina di un guerriero africano e un djambè. Marco a quel punto decise di mettere tra le mani della piccola statuina il tamburello: come per magia, il guerriero, al contatto del djambe, si animò e iniziò a percuotere il piccolo strumento. I due fratellini, incantati da quel ritmo antico, chiesero ai due oggetti chi fossero. La statuina rispose: “Sono un guerriero africano, lui è Djambe e per me è come se fosse un fratello, un amico, non soltanto uno strumento … ti supplico di non separarci mai più, di non gettarci via, di farci vivere insieme e noi suoneremo per voi ogni volta che ne avrete voglia”. Marco e Andrea chiesero alla statuina di poter percuotere lo strumento. Il djambè del guerriero, sentitosi battuto da mani estranee, non vibrò e rimase immobile. Il guerriero dal djambe arancio e verde disse che riconosceva solo le sue mani e che aveva smesso di suonare da quando erano stati sperati. Ritenuti entrambi ormai giocattoli vecchi e rotti, erano stati abbandonati in un mercatino delle pulci. Andrea, allora rivolgendosi al djambe, disse che avrebbe esaudito ogni suo desiderio, se solo per una volta avesse accettato le sue mani e quelle di suo fratello. Il djambe annuì. I bambini, prendendo con cura Djambe, delicatamente iniziarono a suonarlo e come per incanto, chiudendo gli occhi, si trovarono catapultati in un paese bellissimo, fantastico, dai colori unici, da orizzonti sconfinati … l’ Africa.
Quando aprirono gli occhi, Andrea e Marco si ritrovarono in cantina con il guerriero e il djambè e guardandoli con dolcezza dissero: “Guerriero, Djambe, abbiamo visto un mondo incredibile, ci avete fatto felici, abbiamo visto posti incredibili, cosa possiamo fare per voi ?”.
“Fateci tornare in quel Paese incredibile, fateci tornare nella nostra Africa !”.
I due bambini, il mattino seguente, raccontarono tutto ai loro genitori, supplicandoli di mantenere il segreto, ma di aiutarli ad esaudire il desiderio del guerriero e di Djambe. Il papà, insieme a Marco e Andrea, si precipitò al porto e chiese di parlare con il comandante di una nave in procinto di salpare per l’ Africa. Il comandante, ascoltata la bellissima storia, fu ben lieto di accontentare la richiesta dei bimbi. Da li a poco, il djambè con il guerriero all’interno dello zainetto di cuoio furono imbarcati e partirono per il loro Paese. Arrivato in Africa, lo zainetto fu regalato dal comandante ad un bambino al quale fu raccontata la storia dei due giocattoli che erano dentro. Il bambino lo zainetto, il guerriero e Djambe vissero felici e contenti e ogni volta che il piccolo bimbo si esibiva con la statuina e il tamburello nei villaggi vicini, Marco e Andrea potevano ascoltare quel ritmo incantato e ritornare magicamente in quel meraviglioso mondo chiamato Africa.