Annalisa Vicino –“La libertà è come l’aria; ci si accorge di quanto vale solo quando inizia a mancare “.
Questa frase è di Pietro Calamandrei, uno dei Padri della Costituzione Italiana.
Peppino ha sempre lottato per la libertà, perché per lui essere libero significava VIVERE, secondo le proprie idee. Fin da subito capì che la mancanza di libertà, di pensiero e di azione, soprattutto, possono condurre l’uomo metaforicamente ad una prigione.
Lui ha cercato di spronare gli abitanti del suo paesello, li ha invitati a pensare con la propria testa.
Se mi fermo a pensare al “boss” del paesello, Tano Badalamenti, mi vengono in mente i comportamenti boriosi e meschini del signorotto de “I Promessi Sposi”, Don Rodrigo.
Se provassi a “disegnare” la mafia, la immagino come un albero rinsecchito, formato da un fusto, che è il boss, e da tanti rami, tutti i “Bravi” del boss; però è un albero povero di linfa, destinato a morire.
Noi rappresentiamo i sali minerali e se comprendessimo le nostre potenzialità, potremmo togliere la linfa vitale a quell’ albero secco e far cadere una volta per tutte la mafia.
È vero!! Ha pagato con la vita, ma come diceva Falcone “gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini “.
Infatti le idee di Peppino sono impresse in ognuno di noi, e spero possano accompagnarci in ogni momento della nostra vita.
È stato sì un grande uomo, ma le sue idee sono state più grandi di lui, tanto da andare oltre il suo piccolo paesino e si sono estese in tutto il mondo.
Siamo felici di avere nella nostra città un centro culturale a lui dedicato, Centro Officine Culturali “Peppino Impastato”, cosicché ogni gravinese possa ricordarlo come l’uomo che ha dato la vita per difendere i propri ideali.