di Diana Valentina, Classe 1^ B. – Il gatto di Pallas è un gatto che poche persone conoscono. Fu notato dal biologo tedesco Peter Simon Pallas nel 1776 durante le sue spedizioni scientifiche in Russia che proprio da lui ha preso il nome l’Otocolobus manul, detto anche gatto delle steppe o gatto delle nevi. E’ lungo circa 60 cm e bisogna aggiungerne altri 25 cm per la coda. Si ritiene che sia comparso sulla Terra ben 25 milioni anni fa ed è probabile che il suo vecchio antenato sia la tigre dai denti a sciabola. Ha il pelo di color ocra con delle strisce verticali che diventano difficili da distinguere per il folto pelo. I colori del pelo sono cangianti con l’avvicendarsi delle stagioni. In inverno il colore tende al grigio sempre però con le puntine bianche. E’ diffuso in Asia centrale e vive anche sulle montagne a 4.000 metri di altitudine. Come caratteristiche somatiche si distingue per le zampe corte, per il pelo lungo e spesso, per le orecchie basse e tonde, ha un muso piatto e come aspetto ricorda quello di un gufo. Rispetto agli altri felini la sua pupilla è diversa, infatti si riduce in una piccola sfera anziché essere una piccola linea verticale. E’ minacciato di estinzione per il disturbo del suo habitat naturale al quale di aggiunge la mancanza di prede, infatti nel 2020 è stato classificato come una specie a rischio di estinzione anche se minimo. E’ un predatore notturno che preferisce cacciare e cibarsi di piccoli mammiferi e uccelli. Come peso arriva al massimo di 3kg. E’ considerato un gatto non addomesticabile, gli uomini hanno sempre cercato a volte di tenerne qualcuno in casa, ma senza successo: quando diventavano più grandi scappavano, perché sono sempre stati selvatici. E’ difficile trovarli perché vivono all’interno delle tane abbandonate dalle marmotte oppure in buche scavate nel terreno per proteggersi dagli uccelli rapaci. Per questo non potendoli osservare a lungo si conosce poco sul loro comportamento, ma sappiamo però che è un gatto solitario.