di Giorgia Tornese e Davide Pomes –
Il fumo uccide. E’ provato dalla scienza. Fumare è un tentativo di suicidio. Il problema è nessuno pensa al fumo come a un suicidio, piuttosto come a un vizio qualunque. Al fumo non viene attribuita la giusta importanza, nonostante la scienza abbia più volte dimostrato i suo effetti devastanti sul nostro organismo. Naturalmente, la gravità dei danni dipende dall’ età in cui uno comincia a fumare e dalla durata di questo fenomeno; altri due parametri importanti sono il numero di sigarette giornaliere fumate e il modo di fumare. La maggior parte dei danni del fumo sono a carico dell’apparato respiratorio e circolatorio. Il tumore che maggiormente può sviluppare un fumatore è quello al polmone, il nostro principale organo respiratorio, che, lentamente, si ricopre del catrame che viene assunto come residuo della sigaretta. La domanda è: perché? Perché è un fenomeno così diffuso? Perché i giovani iniziano a fumare? Per provare qualcosa di nuovo, per far colpo sulle ragazze, per vincere la timidezza, per scaricare lo stress o, più semplicemente, perché lo fanno gli amici. La sigaretta è, dunque, per i giovani un aiuto per sentirsi bene con gli altri. Col passare del tempo, però, non ne si può più fare a meno e si diventa prigionieri, dipendenti. Il fumo invece va evitato e contrastato in ogni momento della vita. Nella maggior parte dei casi, se si riesce a dire no al fumo da giovani, si resterà non fumatori per tutta la vita. E’, infatti, tra i giovani che il fumo è più diffuso; soprattutto tra i 15 e i 18 anni si cede a questa tentazione anche se, purtroppo, sempre più numerosi sono i ragazzi e le ragazze che sperimentano il fumo anche in età minore, fra gli 11 e i 12 anni. Infatti, i dati sui ragazzi che fumano sempre più precocemente sono allarmanti: nella fascia di età tra i 13-15 anni un ragazzo su cinque fuma le sigarette tradizionali, mentre il 18% le sigarette elettroniche; su un totale di 1700 ragazzi intervistati, le ragazze sono fumatrici abituali di sigarette tradizionali nel 24% dei casi, contro il 16% dei coetanei maschi; per quanto riguarda la sigaretta elettronica, ad usarla di più sono i ragazzi (22%), rispetto alle ragazze (13%). Durante un’uscita didattica presso la comunità Emmanuel, abbiamo conosciuto la storia di un ex tossico dipendente che a causa della timidezza non riusciva a instaurare rapporti di amicizia e, per questo, all’età di quindici anni, ha iniziato a bere e a fumare.
L’uso del fumo era per lui un modo per essere più disinibito, spiritoso con gli altri, per sentirsi parte di un gruppo che, finalmente, sembrava accettarlo.
Ecco, allora il problema è proprio quello: farsi accettare dagli altri anche a costo di compiere azioni, come quelle di cadere nell’abisso di alcool e fumo, solo per compiacere. Arriva l’amico che ti dice di provare, magari vicino c’è la ragazza che ti piace e tu non vuoi fare la figura del “bambino” che ha paura e si tira indietro. Ed è proprio lì che scatta il meccanismo pericoloso: tu sei spalle al muro e accetti perché altrimenti sei tagliato fuori dal branco.
Infine ci rivolgiamo a te, giovane fumatore. Se per sentirti bene con i tuoi amici hai bisogno di fumare, vuol dire che con loro non riesci a essere te stesso. Sappiamo che, probabilmente, te lo avranno detto tante volte e non ti importa nulla delle nostre parole, ma dobbiamo tentare e dirti che il fumo fa male, tanto male! Hai una vita davanti, tante esperienze, risate e soddisfazioni ti attendono.
La vita è un dono e, soprattutto, è una. Non sprecarla!