di Alessandra Darino- 3^C
Dal 9 al 13 Aprile, noi ragazzi del Liceo Scientifico “Ettore Majorana” abbiamo avuto l’occasione di partecipare al Festival della Filosofia in Magna Grecia, svoltosi anche quest’anno a Velia, trascorrendo 5 indimenticabili giorni all’insegna di passeggiate e dialoghi filosofici, laboratori, concorsi e visite guidate.
Il festival è stata un’ottima occasione per confrontarci con centinaia di ragazzi riguardo un tema su cui probabilmente la maggior parte di noi non si sarebbe mai interrogato: Dike (la Giustizia).
È stato sorprendente il modo in cui, soprattutto tramite le lezioni spettacolo e i laboratori, siamo riusciti ad entrare nel pieno spirito del festival, caratterizzato da condivisione, divertimento e soprattutto dalla voglia di conoscersi e confrontarsi che caratterizza ciascuno di noi, ma che raramente riusciamo ad esternare.
Ciò che ci ha particolarmente colpiti è stata la lezione di empatia tenuta dal prof. Ferrara, mirata alla comprensione di quanto sia importante combattere l’alessitimia: l’analfabetismo emotivo di cui è vittima la maggior parte dei ragazzi. Il prof. ha iniziato il suo discorso sottolineando la sostanziale differenza che intercorre tra “giudicare” e “pensare”. Ci ha fatto, poi, notare quanto possa essere più facile giudicare piuttosto che pensare:
giudicare significa prendere le distanze e separarci dall’altro, considerandolo, quindi, non più come un “tu”, ma piuttosto come un “esso”; significa indubbiamente guardare e valutare qualcuno secondo il proprio punto di vista, ma esiste un limite dopo il quale iniziamo ad essere certi che il nostro punto di vista sia la realtà: quando crediamo che la nostra opinione non sia più soltanto un dato soggettivo e vediamo gli altri non per quello che sono, ma per quanto possano esserci utili.
Per pensare, invece, è necessario comprendere, letteralmente “prendere con sé”.
È per questo motivo che pensare è molto più complesso del semplice giudicare, perché separare è semplice, ma comprendere, ovvero rendersi conto della persona unica e irripetibile con cui abbiamo a che fare, è indubbiamente molto più difficile. Per evitare di giudicare è importante sforzarsi di comprendere e soprattutto “sentire”, dando un nome alle nostre emozioni e iniziando una lotta contro l’alessitimia.
Abbiamo avuto l’occasione di capire quanto possa essere rivoluzionario conoscersi e la meraviglia che si cela dietro ad un abbraccio, per cui credo che tutti i ragazzi dovrebbero avere l’opportunità di mettersi in gioco e fare un’esperienza in grado di cambiare radicalmente il proprio modo di relazionarsi con gli altri.