di Monica Stasi
Nel panorama socio-economico italiano, il fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment, or Training) rappresenta una sfida significativa, con impatti profondi sia sull’individuo che sulla società nel suo complesso. Questo gruppo eterogeneo di individui, principalmente giovani adulti, si trova al di fuori dei tradizionali percorsi educativi e lavorativi, sollevando interrogativi su come affrontare le loro esigenze e aspirazioni e quali siano le conseguenze di tale situazione.
I NEET sono individui che, per varie ragioni, non sono coinvolti in alcuna forma di istruzione, lavoro o formazione professionale. Questo può includere giovani che hanno abbandonato precocemente il sistema scolastico, disoccupati che lottano per trovare un impiego e persone che, per scelta o necessità, non partecipano a programmi di formazione o istruzione.
I danni derivanti dalla condizione di NEET sono molteplici: dal punto di vista individuale, i NEET possono sperimentare una perdita di autostima, isolamento sociale, ansia e depressione. La mancanza di coinvolgimento lavorativo o formativo può anche compromettere le prospettive future, limitando le opportunità di sviluppo personale e professionale.
Per quanto concerne la società, il fenomeno dei NEET comporta conseguenze economiche significative. La mancanza di partecipazione economica da parte di questo gruppo può portare a una riduzione del potenziale produttivo della nazione e ad una minore produzione di beni e servizi, riducendo così il PIL e frenando la crescita economica complessiva.
Inoltre, I NEET possono richiedere un sostegno finanziario da parte dello Stato sotto forma di sussidi di disoccupazione, assistenza sociale e altre forme di supporto. Questo aumenta il carico finanziario sul sistema sociale e può portare a una riduzione delle risorse disponibili per altri settori, come l’istruzione e la sanità.
Per di più, i giovani NEET che si sentono esclusi dalla società e privati di opportunità possono essere più inclini a comportamenti antisociali o illegali. Ciò può contribuire all’aumento della criminalità, dell’instabilità sociale e dei conflitti all’interno della comunità.
Questo può condurre ad una maggiore disuguaglianza sociale e a una minore coesione all’interno della società. I giovani che si sentono esclusi e privati di opportunità possono diventare alienati dalla società e meno inclini a contribuire al bene comune.
Secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), il tasso di NEET in Italia è stato del 20,3% tra i giovani tra i 15 ei 29 anni nel 2021. Questo significa che oltre un giovane su cinque si trova al di fuori dell’istruzione e del mercato del lavoro. Affrontare il fenomeno dei NEET richiede un impegno collettivo e un approccio multifattoriale. È fondamentale investire in programmi educativi e formativi che siano pertinenti alle esigenze del mercato del lavoro e che offrano opportunità di crescita e sviluppo ai giovani. Allo stesso tempo, è essenziale adottare politiche pubbliche mirate che favoriscano l’inclusione sociale e l’empowerment dei NEET, offrendo supporto psicologico e opportunità di reinserimento lavorativo.