di Francesca Tornese –
Un faro, che cosa è per voi un faro?
Voi pensate sempre a quella costruzione nel mare che illumina la sera e che indica la strada alle barche quando è buio.
Anch’io ho un faro, un faro che brilla come una stella, una stella che prende il nome di Stefano: il mio papà.
Lui era bellissimo, aveva un sorriso smagliante, i capelli corti e neri, gli occhi marroni ed una barba corta perché io potessi baciarlo senza “pungermi”. Se n’è andato il 4 gennaio 2016, un giorno che ancora vivo con tristezza. Mi mancano quei bei momenti, quando la sera ci vedevamo “Spooksville” o quando lo chiamavo dolcemente “principe azzurro”.
Lui è il mio faro ed io sono una barchetta tutta sola in un mare di negatività e di odio. È lui ad illuminarmi il cammino per evadere da quella prigione di malinconia e tornare in un mare di sorrisi ed allegria.
È sempre lui il mio faro in cui rifugiarmi quando sono triste o ho paura.
I primi giorni sono stati difficili e ancora lui mi manca, sono spesso presa in giro dai miei compagni di classe e da altre persone, ma non so perché.
Per fortuna c’è sempre lui, Lui che è sempre il mio punto di riferimento; grazie a lui tutto quello che mi dicono gli altri scivola giù, perché non deve ferirmi, non deve avere più importanza, lui a cui non sono nemmeno riuscita a dire ti amo prima che diventasse una stella.