Di Sara Ferraro Esposito
Di recente, come emerso da una ricerca sul Journal of Sport & Exercise Psychology, è stato scoperto che la musica può avere effetti “dopanti” durante l’attività fisica, poiché il cervello risponde autonomamente a stimoli ambientali esterni ad esso, aumentando le capacità connettive neuronali e la produzione di endorfine. A livello scientifico la musica è quindi considerata un doping naturale e in alcuni casi è stata addirittura vietata durante le prestazioni sportive. Come ad esempio nella maratona di New York del 2007 in cui fu vietato l’utilizzo delle cuffiette durante la gara, poiché secondo la federazione americana di atletica, la musica altera le prestazioni e aumenta il rendimento (New York Times, 2007). Dal punto di vista motorio sportivo sono stati dimostrati gli effetti benefici dell’attività fisica. Ascoltare brani musicali durante l’allenamento o prima di una competizione porta a migliorare le performance in gara, poiché la musica aiuterebbe ad aumentare la velocità degli esercizi, la resistenza alla fatica, la resistenza allo sforzo e una diminuzione della percezione del dolore. Ciò è possibile grazie alla stimolazione della regione cerebrale incaricata alla pianificazione e nell’esecuzione dei movimenti. Questo tipo di approccio permette una maggiore consapevolezza del corpo e di sé, se utilizzata in maniera efficace.
In particolare modo, grazie ad uno studio pubblicato, poco più di un anno fa, sul Journal of Sport and Exercise Psychology da “Costas Karageorghis”, della Brunel University in Gran Bretagna, il pop e il rock, con determinati ritmi, aumentano la resistenza fisica nella pratica sportiva e infondono uno stato di vigore anche durante allenamenti intensi, combattendo la fatica. La prova è stata fatta su un campione di trenta volontari che dovevano correre su un tapis roulant a ritmo di musica, con brani scelti dai ricercatori. I Queen, i Red Hot Chilli Peppers, Madonna e altri artisti. Grazie all’ascolto, gli sportivi hanno acquistato una resistenza superiore del 15%, in alcuni casi anche del 20%, e hanno corso di più, sopportando meglio la fatica e con una migliore sensazione di benessere. Lo psicologo dello sport Costas Karageorghis ha elaborato colonne sonore che hanno gli stessi effetti di molte sostanze illegali usate dagli atleti per eccellere nelle varie discipline sportive. Michael Phelps, l’atleta che ha vinto più medaglie nella storia delle Olimpiadi moderne ha dichiarato che non si separa mai dalle sue cuffie. La stessa Federica Pellegrini ha dichiarato di non avere una playlist standard per ogni gara ma cambia genere musicale in base alla tensione della gara. Anche per la campionessa italiana la musica dance la stimola e la carica nei momenti precedenti la gara, mentre le colonne sonore di “fantasia” di Walt Disney la aiutano a concentrarsi maggiormente. Leonardo Bonucci ha dichiarato: “Ho una playlist che ascolto prima del riscaldamento, per ultima lascio “Faded” di Alan Walker: lì scatta il clic per la battaglia”; mentre Francesco Totti ad esempio, preferiva la melodia italiana di Baglioni, Celentano o Venditti
Le canzoni ideali per l’allenamento da moderato a intenso sono quelle che hanno da 120 a 140 battute al minuto, tipo “I like the way you move” dei Bodyrockers, “Mercy” di Duffy, ma anche brani classici come “Don’t stop me now” dei Queen o “Dancing Queen” degli Abba, o ancora “Eye of the tiger” dei Survivor, la colonna sonora di Rocky IV.