C’era una volta Coronavirus. Era un virus molto cattivo, talmente piccolo che non poteva essere visto a occhio nudo. Lui approfittava di questo potere per infettare il più possibile tanta gente. Coronavirus viaggiava con microscopiche astronavi: grazie alle goccioline del respiro della gente, assaliva e conquistava i polmoni. Lui si alleava con altri batteri in modo da formare un esercito imbattibile. Con il suo potere di contagio, in poco tempo si diffuse in tutto il mondo, facendo morire migliaia di persone. I suoi avversari erano Dottori e Infermieri con le loro squadre: con poche armi riuscivano a curare alcune persone gravemente conquistate, le portavano in ospedale dove cominciava la lotta di sopravvivenza. Quando Coronavirus entrò nel corpo di una vittima, vide altri batteri e gli disse: “Ehi  voi, unitevi a me e così otterremo più’ vittorie.”  Lo guardarono e risposero:  “D’accordo, ci uniremo per creare un esercito invincibile!”  Ma non avevano pensato che i Dottori avessero delle armi per difendersi e combatterli. Il Dottore capo disse a tutti : “Per difenderci da questo attacco l’unica maniera è proteggerci con mascherine, guanti e tute, in modo da non far entrare dentro di noi il nemico.”  Purtroppo Coronavirus aveva dalla sua parte anche l’ ignoranza della gente che, uscendo, si lasciava conquistare da lui. Per questo,  in aiuto dei Dottori arrivarono anche Carabinieri e Poliziotti per fare in modo che la gente restasse lontana. Poi si alzò un coro di bambini che per infondere coraggio cantò:  “ Se stiamo tutti a casa Coronavirus se ne andrà e l’ arcobaleno tornerà ”. Dopo un po’di tempo Coronavirus si sentì indebolito, perse alcune battaglie e la gente incominciò a guarire; così vissero tutti felici e contenti di riabbracciarsi e stare tutti insieme. Riccardo Romanazzi -1^G