Giuseppe Urgo – Tanto tempo fa c’erano nel fondo del mare ricchezze per tutte le creature degli abissi. Tantissimi animali vivevano nel fondo degli abissi e la loro convivenza era sempre piacevole perché il mare era grandissimo e tutti i suoi abitanti avevano tanti spazi dove poter vivere e giocare.
Da una parte del mare vivevano i grandi pesci, in particolare gli squali, le balene e i delfini, dall’altra parte vivevano tutti i pesciolini, insieme con i molluschi e le conchiglie.
Nel fondo del mare non c’erano solo i pesci, ma anche immensi giardini. Le alghe formavano prati sterminati e i coralli distese colorate, che ricordavano i prati in fiori. Tutto in fondo al mare era vita, tutto era colorato, tutto era in continuo movimento.
In fondo al mare c’erano anche numerosi tesori nascosti. Alcuni di questi tesori furono smarriti dagli uomini. Gli uomini mentre navigavano spesso perdevano i lori tesori e questi tesori diventavano le case dei pesci e dei coralli. Il mare era l’ambiente più ricco, colorato ed abitato di tutta la terra.
Non c’erano solo i tesori smarriti dagli uomini, ma anche altre ricchezze che il mare offriva, in particolare nel mare c’erano le perle. Da anni e anni piccoli molluschi trascorrevano la loro vita producendo perle bellissime. Ce ne erano di tanti colori: bianche, rosa, nere.
Gli abitanti del mare giocavano con le perle, passavano le loro giornate a cercare le perle per regalarle ai lori familiari e ai loro amici. Molti pesciolini si sfidavano alla ricerca della perla più bella, passavano intere giornate a giocare impegnati nella loro ricerca.
Nel mare la ricchezza abbondavano e tutti gli abitanti degli abissi potevano prendere quello che volevano, c’era un unico divieto: il re del mare vietava di aprire il piccolo scrigno in cui era contenuta la perla del Mondo Antico.
Il re del mare viveva nella parte più profonda degli abissi, al centro del mare, in quella parte che segnava il confine dei pesci grandi dai pesci piccoli. Al confine tra le due parti del mare, il re del mare aveva creato il suo palazzo marino e l’ aveva costruito nella parte più profonda del mare. In cima al suo palazzo c’era uno scrigno contenente la perla del Mondo Antico.
Questa perla era molto preziosa perché è la perla da cui tutto aveva avuto inizio, da quella perla erano nate e si erano moltiplicate tutte le perle che c’erano nel mare, per questo il re del mare aveva vietato ad ogni abitante degli abissi di toccare quella perla.
Un giorno un cavalluccio marino, mentre cercava le sue perle, notò qualcosa che luccicava tra le alghe, incuriosito si avvicinò e con stupore si accorse che si trattava di una chiave dorata, la raccolse e la portò a casa.
Il cavalluccio marino non capiva a cosa servisse quella chiave, però aveva deciso di portarla sempre con sé. Un giorno mentre nuotava notò uno scrigno dorato sopra al palazzo del re del mare, in quel momento capì che la chiave serviva ad aprire lo scrigno.
Nonostante il divieto del re del mare, quando fu buio si avvicinò allo scrigno, lo aprì e all’interno vide la perla più bella che avesse mai visto. Era grandissima e lucente. Sicuro di non essere visto la portò a casa.
Il giorno dopo tutte le perle iniziarono a rompersi, a perdere la loro brillantezza. Il re del mare, insieme e tutti gli abitanti del mare, iniziò la ricerca della perla del Mondo Antico. Fino a quando questa perla non fosse tornata nel suo scrigno tutte le perle degli abissi sarebbero morte.
Il cavalluccio marino quando capì cosa aveva fatto iniziò a piangere, aveva capito di aver fatto qualcosa di brutto. Decise che appena fosse diventato buio sarebbe ritornato a palazzo, avrebbe aperto lo scrigno e rimesso la perla al suo posto.
Aspettò la notte e nuotò velocissimo fino allo scrigno, lo aprì, rimise la perla al suo posto e poi ritornò a casa.
Quando ritornò a casa si addormentò perché era stanchissimo. Il mattino seguente fu svegliato dai canti di gioia di tutti gli abitanti del mare, le perle erano ritornate bellissime e brillanti. Il cavalluccio marino fu felice, aveva commesso un errore ma almeno aveva rimediato al suo sbaglio. In quel momento decise che non avrebbe mai più raccolto qualcosa senza il permesso del re del mare.