Di Davide Lomuscio – classe II sez. H
Tutti gli amanti del tennis sanno che l’inizio dell’anno è sinonimo di “Australian Open”, uno dei quattro Slam, che si svolge dal 9 al 30 gennaio. Quest’anno, però, ci sono state delle incomprensioni circa la copertura vaccinale dei tennisti, in particolare nei confronti del numero 1 al mondo, il serbo Novak Djokovic. Djokovic è arrivato a Melbourne e subito è stato isolato dalla polizia australiana, a causa della sua mancata vaccinazione anti-covid e della quale non ha mai dato alcuna informazione. Il campione di tennis ha contratto il covid-19 il 16 dicembre, durante alcune manifestazioni a Belgrado ed è guarito recentemente. La stampa australiana ha rivelato che il 10 novembre Craig Tiley (organizzatore del torneo) ha inviato una lettera all’ ATAGI (ente australiano sulle vaccinazioni), in cui affermava che i giocatori, che avevano contratto il virus fino a 6 mesi prima dell’evento, potevano giovare di un’esenzione medica sulla vaccinazione. ATAGI ha risposto a Craig Tiley ribadendo, invece, che per entrare nel Paese era necessario possedere la vaccinazione completa e non sarebbe stata accettata un’esenzione medica. Tuttavia, in un’altra lettera datata al 7 dicembre e inviata a tutti i tennisti, si affermava che, in caso di positività al covid-19 entro i 6 mesi precedenti, una certificazione medica avrebbe potuto consentire l’ingresso nel Paese. Insomma, c’è tanta confusione e molte contraddizioni. Adesso la situazione è diventata un vero e proprio caso politico, dato che molti manifestanti e sostenitori del tennista hanno protestato davanti al Parlamento serbo. Il 10 gennaio si è svolta un’udienza nel tribunale di Melbourne a mezzanotte (ora italiana) e a questa udienza sono seguite delle novità: il tennista aveva portato in Australia il certificato serbo della contrazione e della guarigione dal covid-19, anche se sui social erano presenti foto in cui il tennista si mostra in Spagna e in alcune manifestazioni a Belgrado, durante il periodo della quarantena. A questo punto ci sono due possibili opzioni di interpretazione dei fatti: i certificati sono falsi oppure il serbo ha violato la quarantena. Secondo le leggi australiane, in caso di certificati o informazioni false, si potrebbe arrivare a 5 anni di carcere. Alla fine Nole ha confessato di aver violato la quarantena e questo ha compromesso ulteriormente la sua dubbia permanenza in Australia. Durante gli ultimi giorni prima dell’inizio dello Slam, inoltre, il ministro della salute dell’Australia avrebbe potuto cancellare il numero 1 dal tabellone ed espellerlo dal Paese per 3 anni. Questo è avvenuto il giorno 16 gennaio 2022, in seguito al quale Djokovic ha fatto ritorno a Belgrado, passando per Dubai. Adesso anche il Roland Garros fa sapere che per competere ci vuole la vaccinazione completa. Insomma, una grande carriera costellata di successi, che potrebbe concludersi in modo indegno a causa del rifiuto di un grande campione nei confronti del vaccino.