Di Professoressa Colista –
E nel cielo dei giusti noi giungemmo,
se la parola mia ora vi spiega,
vi raccontiamo cosa noi vedemmo.
Sì tosto come Amor a noi li piega
mossi la voce: “ O anime beate
venite a noi parlare se Dio nol niega”.
Quali colombe, dal desio chiamate,
con l’ali alzate e ferme, i magistrati
vegnon per l’aere dal voler portate;
cotali uscir de la schiera dei beati
a noi venendo per l’aere splendente,
dall’affetto sì forte trascinati.
“O animal grazioso ed accogliente
che visitando vai con il sorriso
noi che vivemmo tra anime violente
poiché c’è amico il re del Paradiso
noi pregheremo lui della tua pace
poi c’hai pietà del nostro amor reciso.
Di quel che udire e che parlar vi piace,
noi udiremo e parleremo a voi,
perché qui l’odio finalmente tace.
Amai la terra dove nata fui,
città capace di oltraggi e nobiltà
che spesso offende li seguaci sui.
Entrambi allo Stato giurammo fedeltà
e il rispetto per la legge poi ci spinse
contro un antistato coperto da omertà.
L’amore per Giovanni poi mi vinse,
in un giorno di maggio l’ho sposato
e il destino ad una fine ci sospinse.
Nel mondo l’ho sempre accompagnato,
Giustizia condusse noi ad una morte,
Caina attende colui che ci ha oltraggiato.
Rimasi sempre stretta al mio consorte,
Non ci piegammo alla mafia padrona,
sempre uniti nella stessa sorte,
anche quando mi tolse la persona
col tritolo e bidoni di esplosivo
fui insieme a costui che il Ciel mi dona.
Ma il mondo di noi non sarà privo
e non saremo certo morti invano
se il ricordo nei cuori sarà vivo”.