Il 20 marzo scorso, vicino Milano, cinquantuno ragazzi in gita scolastica accompagnati da due professoresse e una collaboratrice scolastica sono stati ostaggio sul bus dal senegalese Sy Ousseynou. Sy ha dirottato il bus verso l’aereoporto di Linate per scappare in Senegal e usare i bambini come scudo. Ha ricoperto il bus di gasolio per impedire alla polizia di sparare, ha tolto i martelletti frangivetro e ha coperto i vetri con delle lenzuola nere per non far capire ai ragazzi dove stessero andando. Ha obbligato la bidella a sequestrare i telefoni dei ragazzi ma ha subito cercato di suggerire ad alcuni di tenere i telefoni per chiamare la polizia. Infatti gli alunni egiziani Adam e Ramy appena hanno potuto, hanno chiamato il 112. La polizia si è recata subito sul posto bloccando il bus e facendo scendere gli ostaggi dalla porta posteriore. L’uomo minacciava i carabinieri dicendo che se l’avessero toccato avrebbe dato fuoco al bus con degli accendini cosa che poi ha fatto realmente. Salvato dai militari l’uomo è stato portato al carcere di San Vittore dicendo che voleva scappare e non fare del male. Il suo legale Davide Lecchini ha dichiarato che il suo assistito era in uno stato di prostrazione fisico psicologica e ha richiesto una perizia psichiatrica. I ragazzi spaventati dall’evento si sono commossi quando hanno saputo che a salvarli sono stati due loro compagni; ai due sono stati promessi la cittadinanza italiana. In un intervista i due hanno detto che da grandi vorrebbero fare i carabinieri. L’azione compiuta dal senegalese è una follia che non è possibile giustificare perché ha messo in pericolo la vita di cinquantuno ragazzi.