- Non avere vergogna: non sei tu a sbagliare;
- Devi dirlo subito ad un adulto;
- Se il bullo vuole costringerti a fare qualcosa, rispondi “NO” in maniera decisa;
- Se il bullo vuole le tue cose, lasciaglielo fare: non serve litigare o fare a botte! Poi, però, informa subito un adulto;
- Il bullo provoca quando sei da solo: evita queste situazioni, stai vicino agli adulti;
- Se alcuni messaggi o post sui tuoi profili ti infastidiscono, blocca la persona che te li ha inviati;
- Non rispondere mai alle provocazioni;
- Denuncia, anche se non sei tu la vittima;
- Aiuta coloro che sono vittime di atti di bullismo, cercando di capire come risolvere il problema insieme;
- Alleati con i compagni.
I bulli sono dei ragazzini che ripetutamente e abitualmente si comportano in modo offensivo, aggressivo o violento nei confronti di altri, definiti“vittime”. Possono agire in gruppo o da soli, ma hanno sempre la COMPLICITA’ di altri, anche se da “spettatori”.
Ci sono poi i cyberbulli che usano dispositivi per intimorire, offendere, molestare altri. Quindi, tramite telefonate, messaggi o post sui social, la vittima viene messa in imbarazzo in pubblico ed esclusa dai complici del bullo.
Ma perché un ragazzo “bullo” si comporta così?
Le cause possono essere diverse. Magari vive situazioni di famiglia particolari, oppure ha avuto esperienze non molto felici o ancora semplicemente perché è solo. Da qui un vuoto interiore e la necessità di sfogarsi, prendendo di mira persone che considera più deboli. I bulli sono degli insicuri e hanno bisogno di attirare l’attenzione negativamente.
Negli ultimi tempi numerose sono state le iniziative, le manifestazioni e le campagne per sensibilizzare al fenomeno e spingere le eventuali vittime a non rimanere nascosti.
Il 7 febbraio è stata la Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo e in tutte le città italiane sono stati organizzati eventi di ogni tipo.
Sappiamo che nelle aule accadono piccoli episodi, che potrebbero degenerare; dobbiamo essere in grado, quindi, di smorzare sul nascere le situazioni “a rischio”.
COSA DEVI FARE IN CASO DI PREPOTENZE?